News - Controlli Arpal sull'olio
Di lino, di girasole, d’oliva, di mais, di senape, di nocciole... l’olio, elemento principe della dieta mediterranea, è ricco di proprietà antiossidanti e benefiche. Ma solo se supera il controllo, anche di qualità.
È così che dalla tavola si passa ai tavoli, quelli del laboratorio multisito Arpal: il Ministero delle Politiche Agricole ha rinnovato la certificazione per le analisi nel settore oleico. Il dipartimento di Imperia, che ospita questa specialità analitica, continuerà così a vigilare sul rispetto del disciplinare dell’olio extravergine di oliva DOP “Riviera Ligure”.
I tentativi di frode più comune riguardano la miscelazione dell’extravergine con olio di semi (soprattutto soia o arachidi, di qualità e costo inferiore), o la presenza di valori di acidità superiori al limite di legge, sintomo di possibili problemi lungo la filiera produttiva.
Le altre analisi a tutela del disciplinare (e del consumatore) includono la conta del numero di perossidi, in cui si determina lo stato di ossidazione dell’olio (più è alto il suo valore e più avanzato è lo stato di irrancidimento del prodotto) e la spettrofotometria nell'ultravioletto (che permette una valutazione della sua genuinità e identifica eventuali adulterazioni).
Accanto a quanto previsto per il “Riviera Ligure”, il laboratorio di Imperia determina altri parametri per prevenire possibili truffe nel settore oleico: steroli, esteri etilici, acidi grassi sono verificati con la tecnica della gascromatografia, e forniscono indicazioni su tipologia di olio, qualità, eventuali interventi chimici o lavorazioni industriali.
L’ultimo sequestro a seguito di analisi Arpal è avvenuto a inizio mese: oltre una tonnellata di olio di senape – materia prima utilizzata in cucina e cosmetica nell'occasione proveniente dal Bangladesh - aveva l’acido erucico (una tossina vegetale) otto volte sopra al limite previsto dalla normativa.
Nel 2014 sono stati analizzati circa 120 campioni di olio, portati in Agenzia dagli ispettori degli altri enti con cui Arpal collabora (Asl, Nas e Usmaf su tutti): fortunatamente solo una piccolissima percentuale ha presentato valori fuori dal consentito.
Ma bisogna stare attenti anche all’utilizzo. Ogni olio ha caratteristiche specifiche, per condire e per friggere. Analisi chimiche aiutano a verificare la qualità del prodotto e il corretto utilizzo.
Ad esempio, dal piano concordato fra Regione e Asl arrivano in Arpal i campioni di oli di frittura prelevati negli esercizi commerciali. l'Agenzia determina i composti polari che indicano lo stato di degrado dell'olio utilizzato per friggere: non possono superare il 25%.