La Liguria al lavoro sulla qualità dell'aria
Nonostante in Liguria la situazione sia generalmente a norma di legge, (con superamenti dei limiti per il Biossido di Azoto in alcune postazioni di Genova, del valore obiettivo del Benzo(a)pirene a Cairo Montenotte e di quelli di protezione della salute e a lungo termine per l’Ozono), gli Enti preposti continuano a lavorare per mantenere e migliorare la qualità dell’aria che tutti respiriamo.
Proprio in quest’ottica si è svolto in questi giorni il secondo incontro propedeutico all’aggiornamento del “Piano di valutazione e gestione della qualità dell’aria”, lo strumento di riferimento in Liguria sulla tematica.
Alla presenza di Comuni, Province, Autorità Portuali, Capitanerie di Porto e Università, i rappresentanti della Regione Liguria e i tecnici Arpal hanno condiviso le prossime azioni future.
Nello specifico, Regione ha illustrato la bozza del nuovo Piano, che include gli argomenti di maggiore rilevanza:
- I parametri a cui prestare attenzione: oltre a quelli già citati, le polveri sottili – in particolare le ultrafini – con uno sguardo ai livelli suggeriti dall’Oms, suddivisi fino a quattro target intermedi (concretamente irraggiungibili nel breve termine nei valori più restrittivi).
- I tre strumenti a disposizione: l’inventario delle emissioni (adesso fotografato al 2016), la rete di monitoraggio, il programma di valutazione della qualità dell’aria.
- Lo schema normativo nel cui ambito si possono sviluppare le strategie di azione
- La previsione di sviluppi futuri, con l’evoluzione della modellistica, la rappresentatività delle centraline, e un approfondimento sulla realtà genovese.
- La pianificazione degli interventi, trasversali e connessi a trasporti e mobilità sostenibile, stazionamento delle navi nei porti, energia, Industria, pianificazione territoriale e informazione dei cittadini.
Arpal, capofila del progetto INTERREG Marittimo Aer Nostrum – Aria bene comune, ha presentato la sfida raccolta da questa iniziativa, ossia promuovere la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle attività portuali e in particolare, dalle navi. L’obiettivo del progetto, a cui partecipano le Arpa di Toscana e Sardegna, le Università di Genova e Cagliari, i francesi di Atmosud e Qualitair Corse, è contribuire a preservare, o migliorare, la qualità dell’aria nelle aree prospicenti i porti, favorendo al contempo la crescita sostenibile delle attività portuali, nel rispetto della normativa vigente e delle politiche ambientali europee.
Per raggiungerlo, si sta lavorando su due aspetti: da un lato la creazione di un osservatorio transfrontaliero per la qualità dell’aria nei porti, basato su tecniche di monitoraggio e modelli previsionali ad alta risoluzione; dall’altro la definizione di misure di mitigazione delle emissioni, utilizzando i modelli e i dati del progetto per simulare scenari futuri.
Si avrà così uno strumento a supporto di tutti i portatori di interesse, dai politici alle autorità portuali, dagli operatori del porto ai cittadini, specifico per le aree portuali e con effetti positivi su salute e qualità di vita delle popolazioni residenti, nonchè sullo sviluppo delle attività economiche.
Tre le attività previste: il monitoraggio ad alta risoluzione, con l’utilizzo e il confronto di sensori smart e strumenti ufficiali, l’esecuzione di campagne di misura dedicate, l’analisi chimica delle polveri e una piattaforma di visualizzazione dei dati; la modellistica ad alta risoluzione, sitospecifica e validata con i dati misurati; la definizione di scenari, con l’individuazione delle misure di mitigazione, delle principali tecnologie attualmente disponibili (o che potrebbero esserlo a medio termine) per ridurre le emissioni di gas inquinanti e di CO2, la valutazione delle dimensioni economiche, i possibili vantaggi e svantaggi e l’efficacia degli investimenti a livello economico e ambientale.