A febbraio approfondiamo il tema dell'aria: le polveri sottili
Arpal ha scelto, per il mese di febbraio, di approfondire la comunicazione relativa alla qualità dell’aria. Il primo “inquinante” preso in considerazione è quello delle polveri sottili. Nei prossimi giorni verrà approfondito il discorso relativo alla qualità dell’aria e agli altri inquinanti ad essa collegati.
COSA SONO?
Le polveri in atmosfera sono costituite dai materiali più diversi, che si presentano di varie dimensioni. Le cosiddette polveri sottili (PM - particulate matter) che vengono misurate per legge sono:
· il PM10, con diametro inferiore a 10 µm (millesimi di millimetro)
· il PM2,5 con diametro inferiore a 2,5 µm
Le polveri possono venire immesse in ambiente (frazione primaria) o possono formarsi in aria per reazione o condensazione di vari composti (frazione secondaria).
La concentrazione in aria dipende anche dalla naturale tendenza alla deposizione per effetto della gravità e dalle condizioni dell’atmosfera: alta pressione e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno a livello del suolo, mentre condizioni di bassa pressione, di solito accompagnate da buona ventilazione e piogge, favoriscono la dispersione; la loro permanenza è legata anche alla dimensione.
CHI LE PRODUCE?
· Sorgenti naturali: eruzioni vulcaniche, incendi boschivi, erosione delle rocce, dispersione di pollini e spray marino.
· Sorgenti antropiche: utilizzo di combustibili fossili e di biomasse per la produzione di energia, emissioni degli autoveicoli, usura di pneumatici, dei freni e del manto stradale, fonderie, miniere, cementifici.
CHE EFFETTI HANNO SULL’AMBIENTE?
Provocano una diminuzione della visibilità atmosferica e della luminosità, in seguito ad assorbimento o riflessione della luce solare. Favoriscono la formazione di nebbie perché costituiscono i nuclei dove si condensano le gocce d’acqua.
COME SI MISURANO?
Il metodo di riferimento ufficiale è quello basato su campionatori gravimetrici, che setacciano l’aria lasciando depositare sui filtri (come quelli in figura) solo le polveri della dimensione ricercata. Lo svantaggio di questo metodo è che non si può avere il dato in tempo reale, ma la misura arriva mediamente una settimana dopo la rimozione del filtro dal campionatore.
Sono utilizzati anche metodi di misura equivalenti ed automatici, basati su diversi principi fisici. Attualmente in Liguria la strumentazione utilizzata è un mix di strumenti automatici e manuali. Arpal gestisce le reti di monitoraggio della provincia di Savona e della Spezia e nel corso del 2017 dovrebbe acquisire anche la gestione delle altre reti.
COSA CHIEDE LA LEGGE:
Il d.lgs.155/2010, all’allegato XI, specifica tutti i valori di riferimento per la qualità dell’aria.
· Per il PM10 il limite giornaliero di 50 μg/m3 (milionesimi di grammo per metro cubo d’aria) non deve essere superato più di 35 volte per anno civile, mentre la media annua non deve superare i 40 μg/m3.
· Per il PM2,5 è previsto solo il valore limite annuo di 25 μg/m3.
COME È ANDATA IN LIGURIA?
Nel 2016 in Liguria non si è misurato alcuno sforamento dei limiti per le “polveri sottili”, né sui valori medi annuali*, né per le 35 giornate sopra la soglia dei 50 μg/m3. (Quest’ultimo valore era stato superato nel 2015 a Genova, quando la centralina di Corso Europa - unica nel contesto regionale - era andata sopra soglia per 37 giorni).
Nel 2016, lungo la costa, ha “primeggiato” ancora la centralina di Corso Europa con 11 giornate sopra soglia, mentre nell’entroterra regionale si è arrivati a 22 giorni sopra soglia in Piazza Garibaldi, a Busalla. Tutte le altre centraline hanno misurato un numero di giorni sopra soglia ancora minore, inferiore perciò alle 35 giornate indicate dalla norma.
*Per avere elaborazioni e dati definitivi, dovranno essere completate le operazioni di validazione di livello regionale.