Arpal al Festival della Scienza
Nel vasto programma del Festival della Scienza, che animerà la città di Genova dal 27 ottobre al 6 novembre, il nome di Arpal è collegato al tema delle microplastiche con due appuntamenti strettamente connessi.
Grazie alla collaborazione con il CNR - Istituto di Scienze Marine, l’Acquario di Genova - Costa Edutainment S.p.A., Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura - Servizi Educativi e Culturali e l’Università Politecnica delle Marche la nostra agenzia parteciperà al laboratorio “Mi insegni dove finiscono le plastiche? Microplastiche: segni durevoli nel futuro del mare”, un argomento introdotto nelle attività di Arpal con il monitoraggio richiesto dalla Marine Strategy, di cui Arpal è capofila per il Mediterraneo Occidentale.
Il laboratorio, adatto a tutti i ragazzi a partire dagli 8 anni, sarà aperto al pubblico presso l’Acquario di Genova, Galleria Atlantide (Area Porto Antico - Ponte Ambrogio Spinola) tutti i giorni con i seguenti orari (09:30 - 17:00 mer - ven; 10:00 - 17:30 sab - mar).
Così viene presentato l’evento sul sito del Festival: “La plastica è preponderante nella nostra vita. La sua produzione a livello globale supera i 300 milioni di tonnellate all'anno che è all'incirca il peso di 54 milioni e mezzo di elefanti africani. In breve tempo la plastica diventa rifiuto e, purtroppo, circa 8.000.000 di tonnellate finiscono inevitabilmente nel grande serbatoio del pianeta: il Mare. I rifiuti plastici in mare si degradano diventando sempre più piccoli; quando sono al di sotto dei 5 mm vengono definiti microplastiche e rappresentano una seria minaccia per l'ecosistema marino. Possono avere effetti diretti sugli organismi, in caso di ingestione, oppure secondari, come quelli legati alle sostanze chimiche che possono essere adsorbite e concentrate dalla loro superficie. Attraverso esperienze pratiche, capiremo come si effettuano i monitoraggi e quali strumenti vengono utilizzati per quantificare la contaminazione; con l'aiuto di microscopi lo sguardo verrà rivolto al micro mondo per individuare i segni che le plastiche lasciano sugli organismi marini e per comprendere come possano rappresentare una reale minaccia anche per l'uomo. Infine, ognuno di noi, potrà contribuire alla realizzazione di un'installazione artistica collettiva di forte impatto visivo per attirare l'attenzione verso una problematica alla quale, ancora, non prestiamo la giusta attenzione”.
Ingresso: Biglietti Festival con prenotazione: obbligatoria per scuole e gruppi; ingresso gratuito fino a esaurimento posti, invece, per l’evento “Un oceano di microplastiche Come salvaguardare il futuro del mare”, un incontro che si svolgerà venerdì 4 novembre alle 18.00 all’Auditorium dell’Acquario di Genova: la nostra Rosella Bertolotto, insieme a Stefano Aliani (Ismar-CNR), Marco Faimali (Ismar-CNR) e Francesco Regoli (Università Politecnica delle Marche).
Anche in questo caso, ecco la presentazione sul sito del Festival: “Tutto, prima o poi, si riversa nel mare. Il ciclo dell'acqua, il grande fluido vitale del pianeta, inizia e finisce nel mare, dove concentra tutti gli agenti incontrati durante il suo lungo percorso. Plastica e microplastiche sono le nuove forme di inquinamento, fino ad ora sottovalutate. Ogni anno se ne producono circa 300 milioni di tonnellate, dei quali più del 10% finiscono negli oceani. I pezzi di plastica, destinati a degradarsi nell'ambiente marino, si frammentano in micro-particelle di dimensioni variabili tra gli 0,3 e 5 mm. Il mare nostrum, il Mediterraneo, chiuso e densamente popolato, è tra i più contaminati al mondo: il valore medio di particelle di microplastica per metro cubo è simile a quello riscontrato nelle isole di spazzatura che galleggiano nell'Oceano Pacifico. Queste forme di inquinamento, fino a poco tempo fa ancora sottovalutate, sono finalmente oggetto di studi che suggeriscono scenari abbastanza inaspettati legati alle loro minuscole dimensioni. Conoscere la "plastisfera" significa comprendere in che modo la presenza di microplastiche stia alterando l'equilibrio degli ecosistemi marini, per valutare, evitando inutili scenari eco-catastrofici, le specifiche potenzialità di rischio ambientale e le possibili strategie concrete per mitigarne l'impatto”.