Arpal fa la "carta d'identità" a terre e rocce
Una vera e propria “carta d’identità” delle rocce, in particolare dei campioni di pietre verdi a rischio amianto.
La “valutazione petrografica qualitativa” è la scheda che i tecnici Arpal preparano per presentare gli aspetti macroscopici e microscopici dei campioni analizzati di campioni di rocce,suoli e sedimenti (NOA): contiene tutte le caratteristiche del materiale oggetto di studio.
Negli ultimi anni, grazie anche a strumenti sempre più moderni e capaci di scendere nel dettaglio, queste analisi si sono arricchite di ulteriori, importanti dettagli nonché di immagini utili a descrivere il materiale analizzato.
Il lavoro dell’Agenzia, che va avanti ormai da oltre un decennio, prende le mosse da un’attività congiunta con l’Università di Genova, iniziata nel 2006; i campioni prelevati nelle cave, nei siti estrattivi e come risulta di terre e rocce da scavo venivano osservati prima allo stereomicroscopio e quindi, dopo una preparativa che permette di ridurre le quantità da analizzare senza perdere preziose informazioni, al microscopio a scansione elettronica. Con questo strumento, capace di migliaia di ingrandimenti, vengono evidenziate le caratteristiche morfologiche e strutturali dei minerali ad abito fibroso,comuni nelle fratture e in generale nelle “discontinuità”.
Con l’avvio delle cosiddette “grandi opere”, a cominciare dall’Aurelia Bis nel savonese, si è verificato un aumento dei campioni da analizzare e, dunque, anche il lavoro dei tecnici Arpal è aumentato, diventando sempre più selettivo e dettagliato.
Le schede permettono la valutazione e l’identificazione di un terreno o roccia potenzialmente sorgente di fibre di amianto. La presenza di tali minerali è consentita da un determinato campo di stabilità (Pressione-Temperatura) e dalla litologia di base derivata da una associazione mineralogica che può contenere o meno amianto. Ne consegue che in alcuni tipi di rocce non si possano rinvenire minerali di amianto :questo è il motivo per cui sono solo le ofioliti (o Pietre Verdi) le sorgenti potenziali .
E poi, a implementare le modalità precedenti di analisi, è stato recentemente inserito l’utilizzo della spettroscopia Raman, uno strumento versatile utile anche nell’individuazione delle microplastiche. Restando alla geologia, grazie all’utilizzo del laser e alla vibrazione del reticolo cristallino della materia, lo strumento è in grado di rilevare l’equivalente dell’impronta digitale della roccia, permettendo così una valutazione qualitativa dettagliata.