Coralligeno, rifiuti e specie aliene nel Mar Ligure
La Strategia marina ha permesso alle Arpa di approfondire le attività sul mare: in Liguria importanti scoperte sul coralligeno, problematiche sul legno come rifiuto e avvistamento di un mollusco raro all’interno dell’area portuale.
«Siamo entusiasti della Strategia marina sotto tutti gli aspetti». Rosella Bertolotto, dirigente responsabile del settore mare di Arpa Liguria, non nasconde la propria soddisfazione per questi primi due anni di intensa attività, portata avanti anche nella veste di capofila per il Mediterraneo Occidentale.
La decisione del Ministero di affidare direttamente alle Arpa i 9 moduli previsti dal decreto legislativo 190/2010 ha rivitalizzato l’intero comparto, permettendo la formazione di nuove professionalità, l’acquisto di strumentazione e il coinvolgimento di tanti compagni di viaggio quali Ispra, Università, Carabinieri subacquei, Istituto idrografico della marina e Olpa, l’Osservatorio Ligure Pesca e Ambiente.
«Su tutte, mi piace ricordare principalmente tre attività – prosegue la dott.ssa Bertolotto – che abbiamo approfondito nel Mar Ligure. La prima, insieme a Ispra e Unige, ha riguardato una novità assoluta per la nostra agenzia. Abbiamo mappato i fondali alla ricerca di coralligeno, venendo piacevolmente sorpresi dalla ricchezza e abbondanza del nostro mare. Grazie all’impiego della nave da ricerca “Astrea” di Ispra, 23 m di lunghezza equipaggiata con il sonar multifascio (EM 2040 Kongsberg), abbiamo portato il ROV (Remote Operated Vehicle – veicolo filoguidato) “Pollux III” sui siti ritenuti migliori, registrando immagini uniche nel loro genere”. In particolare, nell’Area marina protetta intorno all’isola di Bergeggi, un vero e proprio scrigno di varietà differenti. Racchiuso, purtroppo, anche da tante attrezzature da pesca abbandonate, reti, lenze e altri materiali che, con il tempo, vengono inglobati dall’ambiente dei fondali.
«Per quanto riguarda i rifiuti – precisa ancora la Bertolotto – abbiamo riscontrato risultati in linea con quanto evidenziato anche dal progetto Smile, che si era concentrato maggiormente su quelli spiaggiati. Accanto alla plastica, “nemico pubblico” numero uno dei mari di tutto il mondo, anche il legno rappresenta un aspetto di difficile soluzione, perché una volta spiaggiato presenta costi altissimi per il suo smaltimento».
Ultimo aspetto da sottolineare, quello relativo alla ricerca di specie aliene, che – seppur ancora in una fase sperimentale – ha già portato a ritrovamenti inattesi. Nello specifico, all’interno della diga portuale della Spezia, grazie alla collaborazione fra il gruppo subacqueo Arpal e quello dei Carabinieri, ecco che l’Università di Genova è riuscita a riconoscere una Melibe viridis: si tratta di un nudibranco raro, una specie di mollusco non molto frequente nel nostro mare.
La sua distribuzione, prima della comparsa in Mediterraneo, comprendeva unicamente l’Oceano Indiano e parte del Pacifico occidentale. da cui sembra essere giunta, secondo gli esperti, approfittando delle acque di zavorra di qualche nave, uno dei sistemi di diffusione preferiti dalle specie invasive. In acque mediterranee, la Melibe è stata segnalata per la prima volta nel 1970.