Dalla raccolta alla notizia: come comunicare correttamente i dati ambientali

Venerdì 11 luglio si è tenuto, nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Genova, il corso “L’ambiente conta: comunicare dati validi” a cui hanno partecipato una cinquantina di giornalisti fra presenza e remoto.
Nel suo intervento di apertura Elisabetta Trovatore, direttrice generale di Arpal – che ha organizzato la mattinata insieme all’Ordine dei giornalisti e ai comunicatori di Arpa Valle d’Aosta e Arpa Emilia Romagna - ha sottolineato che ogni dato ambientale acquista significato solo se accompagnato da incertezza, validazione e contesto. Le reti di monitoraggio Arpal seguono protocolli rigorosi e norme internazionali, prevedono attività costanti di manutenzione, accreditamento e controllo qualità. Un numero, da solo, non basta: serve un sistema solido per interpretarlo e comunicarlo correttamente.
Stefano Folli (comunicazione ARPA Emilia-Romagna) ha ribadito l’importanza di non banalizzare i temi ambientali. Citando Italo Calvino, ha ricordato che “pretendere la chiarezza a tutti i costi può diventare faciloneria”. L’informazione scientifica deve essere comprensibile, ma anche rispettosa della complessità dei fenomeni che descrive. Un equilibrio da costruire con cura, verifica e spirito critico, come indicato anche dal Manifesto di Piacenza dell’Unione Giornalisti Scientifici Italiani e dal nuovo codice deontologico dei giornalisti, in vigore dal 1° giugno 2025.
Raffaele Mastrolonardo( giornalista), unico relatore esterno al Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, ha parlato di dati aperti e del loro utilizzo nell’informazione. Per trasformare i dati in notizie servono strumenti accessibili, formati elaborabili (.csv, grafici interattivi) e massima trasparenza. “I PDF non bastano”, ha spiegato il giornalista esperto di rielaborazione dati aperti, citando il progetto ‘Liberiamoli tutti’ di OnData, che promuove l’uso pieno dei dati pubblici per l’informazione e la partecipazione civica.
Federico Grasso, dirigente dello staff di direzione generale Arpal, giornalista comunicatore ambientale, ha ricordato che ogni notizia parla anche con le emozioni: cervello e stomaco sono in perenne scontro, e le informazioni ambientali possono rispecchiare entrambi gli aspetti. Per questo, la scelta delle immagini è parte integrante della comunicazione ambientale.
Sara Favre (comunicatrice Arpa Valle d’Aosta) ha aggiunto l’importanza di sviluppare una vera e propria alfabetizzazione visiva scientifica: saper leggere e interpretare grafici, mappe e simboli è essenziale per comprendere i fenomeni complessi. Le immagini locali e contestualizzate risultano più efficaci rispetto a quelle generiche o sensazionalistiche.
Infine, la direttrice scientifica di Arpal Paola Carnevale (assistita dalla dirigente ICT Enrica Bongio) hanno illustrato le risorse messe a disposizione dell’agenzia per i professionisti dell’informazione: dal sistema informativo regionale SIRAL, ai dati in tempo reale sulla qualità dell’aria, fino al Fascicolo del Cliente. A settembre 2025 è previsto un aggiornamento dell’interfaccia, per rendere i dati ancora più accessibili e fruibili.
La scienza richiede tempo: non tutte le analisi sono immediate, come nel caso delle verifiche sulla balneazione che hanno bisogno di 24 ore di tempo tecnico. Ma garantire dati validati e comprensibili è il primo passo per creare fiducia, rafforzare il ruolo dell’informazione e favorire scelte consapevoli da parte di cittadini e istituzioni: il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente è quella fonte affidabile e terza di cui spesso si invoca l’aiuto.