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Droni e telerilevamento: nuovi strumenti per proteggere l’ambiente

Mercoledì, 16 Luglio 2025

Arpal, con il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, partecipa al gruppo di ricerca sull’uso di droni per monitorare l'ambiente: più sicurezza, dati ad alta risoluzione e interventi rapidi dalla costa alle valli.

Droni: un alleato per la tutela ambientale

L’evoluzione dei droni, o Unmanned Aircraft System (UAS), ha trasformato il modo di osservare il territorio. Velivoli leggeri, sensori ottici e multispettrali, funzioni di volo assistito e correzione RTK (un sistema che consente una localizzazione precisa al centimetro) permettono oggi di sorvolare aree impervie, limitare l’esposizione del personale a situazioni rischiose e ottenere immagini e misure che, fino a pochi anni fa, richiedevano tempi e costi ben maggiori.

Per coordinare queste opportunità, il Consiglio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha istituito il gruppo “TIC III GdL 03”, guidato da ISPRA e animato da diverse Agenzie regionali, fra cui Arpal. Il lavoro congiunto ha portato alla pubblicazione nel 2025 di “Impiego e gestione dei droni nel SNPA per il monitoraggio e il controllo ambientale”, che raccoglie informazioni su dotazioni, procedure operative e buone pratiche presenti nel Paese.

Il contributo di Arpal: strumenti e schede tematiche

Arpal opera con due multirotori di classe leggera (uno dotato di correzione RTK) equipaggiati con camere RGB da 20 MP e sensori multispettrali da 5 MP. Quattro piloti, formati secondo i regolamenti europei 2019/947 e 2019/945, e il personale specializzato del Settore Geologia e GIS, realizzano ortomosaici, point clouds, elaborazioni (DTM, calcolo di volumi, etc) foto e video ad alta definizione su cave, discariche, aste fluviali e tratti di costa. Oltre a fornire i propri dati alla ricognizione nazionale, l’Agenzia ha redatto due delle schede di approfondimento che corredano la pubblicazione:

  • Ambiente marino, marino-costiero e lagunare – rifiuti plastici. Tecniche di rilievo a bassa quota per individuare accumuli di macro-plastiche in superficie e lungo la battigia.
  • Ambiente antropizzato – gestione rifiuti. Controlli speditivi su eco-piste, depositi temporanei e impianti di trattamento per individuare anomalie volumetriche o conferimenti illeciti.

Le altre schede, firmate da colleghi di diversi enti, spaziano dalle coperture vegetali ai dissesti idrogeologici, dalla criosfera alla qualità dell’aria, fino all’inquinamento da idrocarburi o all’analisi della luminanza notturna: una panoramica che mostra la versatilità dell’approccio UAS e il graduale rinnovamento dei metodi tradizionali di controllo.

In Liguria il progetto in Val Pennavaire

Le attività di ricerca coinvolgono anche alcuni territori liguri. Dal gennaio 2025 l’ufficio biodiversità di Arpal sorvola monitora le pareti rocciose della Val Pennavaire, Zona Speciale di Conservazione “Castell’Ermo – Peso Grande”, per documentare rapaci, pipistrelli e habitat rupestri con droni, termocamere e registratori sonori a lunga autonomia. L’indagine, finanziata dal PNRR, dimostra come i sistemi UAS estendano la capacità di osservare specie elusive e ambienti impervi riducendo l’impatto umano sul sito.

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