Giornata mondiale della meteorologia
In occasione della giornata mondiale della meteorologia Elisabetta Trovatore, fisico e responsabile del Centro Meteo Arpal, offre alcuni spunti di riflessione su un argomento che, soprattutto negli ultimi decenni, è diventato di assoluto interesse nella nostra società, sia negli aspetti legati alla previsione, sia in quelli di osservazione degli eventi.
“La meteorologia sembra essere alla portata di tutti e influenza la vita di ognuno di noi. La scienza e la tecnologia hanno fatto passi da gigante: conosciamo meglio i processi fisici che regolano l’atmosfera, dalla circolazione globale su tutta la terra alla microfisica delle singole nubi, e li simuliamo con modelli più “precisi”. Anche l’osservazione, con radar, satelliti e centraline in tempo reale, è cresciuta tantissimo”.
Un mix di dati e sensazioni che crea grandi aspettative. Se sapere “il tempo che farà” è diventato irrinunciabile per molte persone, altrettanto importanti sono le tematiche collegate alla meteorologia, quali misura e valutazione dei cambiamenti climatici e dei loro impatti globali e locali sulla società; la previsione e gestione degli eventi meteoidrogeologici estremi; il supporto mirato alle attività produttive (turismo, agricoltura, trasporti, edilizia, ecc.); lo sfruttamento ecosostenibile delle energie rinnovabili (solare, eolica, ecc.).
“Su un telefonino oggi sono disponibili per tutti più strumenti di quanti ne avessero i ricercatori in un intero laboratorio vent’anni fa. Non bisogna però confondere gli innegabili miglioramenti della tecnologia con l’illusione promessa da alcune applicazioni: sapere che tempo farà sopra la nostra testa fra due settimane è impossibile, così come aggiornare le previsioni minuto per minuto, strada per strada. Sembra che qualcuno mi possa "assicurare" che la settimana prossima tra le 15:00 e le 15:30 potrò stendere il bucato, mentre mio figlio nella stessa mezz’ora non potrà giocare a calcio qualche isolato più in là per via di un temporale. Mal che vada i miei panni si bagneranno o mio figlio avrà saltato una partita. Ma quando ci sono di mezzo vite umane, non possiamo permetterci tale leggerezza”.
Serve un accordo culturale su quali siano i limiti della previsione e quali le certezze del giorno dopo: oltre le 72 ore l'attendibilità locale di una previsione è realmente molto bassa. E spesso i fenomeni che interessano di più (i temporali violenti o i cambiamenti a scala climatica) sono quelli più difficili, se non impossibili, da quantificare e localizzare con la precisione e l'anticipo che vorremmo.
"In altri paesi l’autorevolezza dei Servizi nazionali meteorologici ha attivato anche un processo virtuoso di consapevolezza, cultura, comunicazione e informazione. In Italia invece ci sono più soggetti, anche solo nel pubblico, attivi sul tema con obiettivi differenti: noi siamo finalizzati alla Protezione Civile, il servizio meteo dell'Aeronautica Militare, per fare un esempio, è nato per specifiche esigenze di assistenza al volo. Ma tutti dobbiamo far crescere la consapevolezza di cosa può o non può fare la meteorologia, contribuendo a una società che sappia valutare i limiti e l’uso corretto delle previsioni, indipendentemente dal motivo per cui vengono emesse".
Sarebbe bello che in questa giornata arrivassero segnali positivi per la nascita di un Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito, capace di unificare i tanti esperti disseminati lungo la penisola. Una mole di competenze e tecnologie riconosciuta anche dall'Unione Europea, che non a caso ha scelto Bologna quale sede del Centro Europeo per le Previsioni a medio termine (ECMWF).