Incendio a Follo: le attività di Arpal
L’incendio che si è sviluppato nella notte del 16 aprile 2017 nel Comune di Follo (SP), in un’area limitrofa al confine con la Toscana, ha visto un'intensa attività nei giorni di Pasqua e pasquetta per gestire l’emergenza e limitare gli effetti da essa derivati.
Solo di Arpal, oltre ai dirigenti e ai tecnici reperibili del territorio, sono stati attivati a vario titolo i direttori centrali, i previsori meteo, i modellisti, il personale dei laboratori e della comunicazione. Ieri l'Agenzia ha inviato a tutti i soggetti competenti sulla vicenda una prima relazione che ripercorre il lavoro svolto e anticipa alcuni preliminari risultati analitici:
Questo lo stralcio della relazione:
“In data 16/4/17 alle ore 5,30 circa ARPAL è stata attivata dal Comando Carabinieri di Sarzana per un incendio presso lo stabilimento Ferdeghini di Follo, dove si svolge attività di stoccaggio, selezione e cernita con recupero di rifiuti industriali non pericolosi; l’incendio ha interessato un cumulo di rifiuti.
Arpal si è recata sul luogo dell’incendio, dove erano presenti Vigili del Fuoco, Carabinieri e l’Amministratore unico della ditta Ferdeghini con il suo personale.
Effettuate le prime valutazioni dell’evento in corso e constatata la dimensione dell’incendio, insieme ai rappresentanti dei comuni di Follo e Bolano e alla ASL n.5, è stato effettuato un primo sopralluogo per valutare gli effetti indotti nell’abitato limitrofo allo stabilimento.
In esito a tale verifica e rilevata una criticità dovuta alla presenza di fumo e marker odorigeni particolarmente evidenti si è deciso di effettuare, alle 7 della mattina stessa e alla presenza dei rappresentanti dei comuni di Bolano, Follo e Vezzano e del Servizio di Igiene Pubblica dell’ASL 5, una riunione di coordinamento presso la sede di Ceparana; a seguire i comuni interessati dalle emissioni dell’incendio hanno emesso le prime ordinanze.
In tale frangente Arpal è stata contattata dalla Prefettura della Spezia per i primi provvedimenti messi in atto dal coordinamento in corso; l’Agenzia si è fatta altresì carico di contattare ed allertare il Servizio di Igiene Pubblica della Toscana e l’Arpat, e il magistrato di turno.
Mentre era in corso la riunione, tecnici Arpal hanno effettuato un giro ricognitivo della zona a valle dell’incendio, passando dagli abitati di Ceparana, Albiano, Santo Stefano Magra e ritornando dalla strada provinciale della Ripa, con misurazioni di inquinanti in aria grazie allo strumento PID, con determinazione delle concentrazioni di gas e vapori organici, CO, O2, NO2, H2S, HCN oltre che gas esplosivi: non sono stati rilevati valori anomali.
Negli abitati di Albiano e Santo Stefano Magra non si sono rilevati marker odorigeni ascrivibili all’evento in corso e presenza di fumi.
Ritornati sul posto Arpal ha segnalato alla società Ferdeghini la necessità di provvedere ad aspirare i liquidi risultanti dalle operazioni di spegnimento dell’incendio e di arginare la loro dispersione verso il canale Riccagiara posto a confine dello stabilimento stesso. Preso atto che comunque parte delle acque utilizzate per lo spegnimento erano già confluite nel suddetto canale, sono stati effettuati i campioni di acque a monte e a valle dello stabilimento e a due scarichi non regimati dal piazzale, con conseguente attivazione in reperibilità della rete laboratoristica.
Con i Carabinieri Forestali giunti sul posto si è concordato che le indagini di PG sarebbero state da loro coordinate con la collaborazione tecnica di Arpal e si è provveduto ad eseguire il campionamento presso il pozzetto fiscale delle acque provenienti dall’impianto di trattamento acque di prima pioggia dello stabilimento e a ripetere il campionamento a monte e valle sul canale Riccagiara per la determinazione ufficiale dei parametri PH, conducibilità, Cloruri, COD, Azoto nitrico, composti fenolici, grassi e olii animali e vegetali, azoto ammoniacale, azoto nitroso, tensioattivi, solventi organici e aromatici, solventi alogenati, diossine, IPA, PCB, cianuri, idrocarburi totali, Arsenico, Cromo, Mercurio, Piombo, Ferro, Cadmio, Nichel, Rame, Cromo VI e test tossicologico con Daphnia Magna.
Come ricavato dai dati in tempo reale delle centraline meteo limitrofe (Luni Provasco e Monte Beverone) e rilevato dalla squadra agente sul posto la situazione meteo e della diffusione dei fumi dalle 3,17 (inizio incendio) alle 13 (minimizzazione focolaio) è stata la seguente:
· Dalle 3,17 alle 5 - intensità del vento al suolo di circa 1 m/s con provenienza da N-NE. Intensità del vento in quota di circa 3 m/sec con provenienza da N-NE. Presenza di inversione termica con una temperatura di almeno 2°C più elevata in quota rispetto al livello dell’evento. L’area interessata dalla presenza dei fumi in questa fase è stata, oltre a quella circostante lo stabilimento, quella dei terreni in sponda orografica destra del Fiume Vara limitrofi all’abitato di Pian di Follo .
· Dalle 5 alle 10 intensità del vento al suolo di circa 2 m/s con provenienza da N. Intensità del vento in quota di circa 2 m/sec con provenienza da N-NE. Presenza di debole inversione termica. L’area interessata dalla presenza dei fumi in questa fase è stata, oltre a quella circostante lo stabilimento, l’abitato di Ceparana a valle dello stabilimento (comuni di Follo, Vezzano e Bolano) fino ad arrivare alla zona del Termo.
· Dalle 10 alle 13 intensità del vento al suolo ed in quota è andata crescendo fino a 4 m/s con rotazione e provenienza dai quadranti meridionali. L’area interessata dalla presenza dei fumi in questa fase è stata, oltre a quella circostante lo stabilimento, il confine con il Comune di Podenzana (località Boschetto) e la prima zona collinare del Comune di Bolano retrostante lo stabilimento di Schiffini.
Il reperibile Mete alle ore 7,30 aveva anticipato la rotazione dei venti avvenuta alle ore 10 e permesso di prevedere nella riunione di coordinamento l’interessamento delle aree a nord e la riduzione dell’impatto su quelle a sud ovest. Nella stessa giornata dell’evento, i dati rilevati in campo sono stati utilizzati per avere una simulazione speditiva delle possibili ricadute al suolo dall’incendio di superficie 30 m x 30 m utilizzando un modello teorico di dispersione di fumi di combustione (ALOFT-FT 3.10 NIST).
Data la relativa calma di vento durante le fasi più attive dell’incendio, il fenomeno è stato governato quasi esclusivamente dai moti convettivi e la dispersione del PM2.5, che abbiamo simulato come parametro di riferimento, ha evidenziato ricadute molto probabili entro 100 m e meno probabili entro 200 m mentre il pennacchio è rimasto sempre ad una quota di circa 400/500 m. Nella simulazione non abbiamo preso in considerazione né l’effetto della diffusione in quota che genera una diluizione della nube. nè l’inversione termica.
Sulla base delle valutazioni, di campo e modellistiche, sopra indicate si è definita una mappatura dei punti da sottoporre a campionamento delle matrici sensibili (con priorità nel raggio di 200 metri e comunque entro il raggio di circa 1 km) da condividere nella successiva riunione di coordinamento inter-enti tra Arpal, Asl n.5 Spezzino, Usl Nordovest e ArpaToscana che si è tenuta nella mattina del 17/4/17.
Di comune accordo si è deciso di procedere ai campionamenti presso 8 punti nel territorio ligure e 2 punti in Loc. Boschetti Podenzana e Albiano-Aulla nel territorio Toscano.
I punti individuati in territorio ligure sono: punto 1 (suolo): parco giochi Follo, punto 2 (suolo e foglie): piana Battolla-bivio Tivegna, punto 3 (suolo e foglie): vigneto via Lagoscuro comune di Follo zona limitrofa area stabilimento, punto 4 (suolo e foglie): via Romano 6 comune di Follo zona limitrofa area stabilimento, punto 5 (suolo e foglie): via Genova 115 comune di Bolano zona limitrofa area stabilimento, punto 6 (suolo): via Genova angolo via Venaro comune di Bolano, punto 7 (suolo e foglie): via Genova 141 comune di Bolano, punto 8 (suolo): via Lagoscuro-palestra scuole comune di Bolano).
I parametri indagati nei campioni di suolo sono: GCMS screening, Diossine, IPA, Composti fenolici, PCB, Piombo, Cadmio, Cromo, Cromo VI, Mercurio, Nichel, contenuto acqua, granulometria.
I parametri indagati nei campioni di specie botaniche a foglia larga sono: GCMS screening, Diossine, IPA, Composti fenolici, PCB, Piombo, Cadmio, Cromo, Cromo VI, Mercurio, Nichel.
Per la determinazione delle diossine si procederà analizzando i 4 campioni dove vi è probabilità di avere ricadute e sulla base dei risultati si valuterà la possibilità di effettuare le ulteriori determinazioni.
Nel pomeriggio del 17/04 si è provveduto ad eseguire i campionamenti.
Dalla valutazione dei dati rilevati dalle centraline nella giornata del 16/04 si evidenzia un lieve innalzamento della concentrazione di SO2 nella sola postazione di Follo, posta a circa 200 m slm a 2,2 km WSW rispetto all’area oggetto dell’incendio, con due dati orari (ore 8 e 12) di circa 10 ug/m3 a fronte di un valore limite orario di 350 ug/m3.
I valori giornalieri di particolato disponibili dalle stazioni in tempo reale (Sarzana (14 ug/m3), San Cipriano (16 ug/m3), Maggiolina (21 ug/m3) e del Laboratorio Mobile posizionato a La Spezia in viale Fieschi/viale Amendola (15 ug/m3)) non hanno evidenziano valori anomali (valore limite 50 ug/m3) mentre si registrano due picchi orari presso le postazioni di San Cipriano e Maggiolina potenzialmente correlabili all’incendio.
Nella mattinata del 18/04/17 il settore specialistico di modellistica ambientale ha elaborato il modello diffusionale (Aloft-ft 3.10 Nist) con maggiore accuratezza nei dati di input, inserendo l’inversione termica e confrontando i risultati ottenuti con i dati del monitoraggio.
La simulazione conferma le probabili ricadute entro i primi 200 m dal rogo e, come si può vedere dai risultati del run con inversione termica, la presenza di quest’ultima causa una probabile ulteriore zona di ricaduta compresa tra 5 e 8 km dal rogo, ampia circa 2 km. Tale risultato potrebbe essere correlabile con il singolo picco di PM10, pari a circa 80 μg/m3, registrato alle ore 10 dalla centralina di Maggiolina. Dopo questa ricaduta la nube prosegue, disperdendosi.
Si evidenzia che nelle fasi dell’incendio in assenza di inversione termica il modello applicabile (run senza inversione termica), con buona probabilità, mostra che vi potrebbero essere ricadute solo nelle immediate vicinanze del rogo mentre la nube dovrebbe diffondere in atmosfera raggiungendo i valori di fondo senza ricadute al suolo.
Il picco orario di concentrazione di PM10 registrato presso la postazioni di Maggiolina non ha determinato un contributo significativo al valore giornaliero come riportato sopra e di conseguenza non è possibile caratterizzare analiticamente la eventuale ricaduta.
I primi risultati analitici preliminari hanno evidenziato, nelle acque campionate a valle dell’impianto e degli scarichi non regimati, elevati valori di COD (VL scarichi=160 mg/l) e la presenza di grassi-olii animali e vegetali, composti fenolici, IPA La relazione sarà integrata quando saranno disponibili i risultati analitici dei campioni prelevati”.