NEWS - Nessun giallo in mare: è polline
Il repentino aumento delle temperature di questo periodo, reso ancora più evidente dal freddo che ha caratterizzato gli ultimi giorni di maggio, ha scatenato la fioritura e il rilascio di pollini da parte della vegetazione costiera.
Questo il testo del bollettino pollinico relativo alla settimana scorsa, disponibile sul sito Arpal: “…registriamo inoltre polline di Pinacee abbondante tanto da determinare, proprio in questi giorni lungo la riviera, il tipico fenomeno delle chiazze di polline sulla superficie del mare…”.
Nella giornata di lunedì 17 giugno, fra gli altri punti di campionamento, Arpal ha controllato venti zone antistanti Pietra Ligure - Loano - Borghetto S.S. – Ceriale, tutte risultate conformi alla normativa che regola la balneazione, con valori di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli al di sotto dei limiti previsti.
Durante lo spostamento da un punto di campionamento all’altro i nostri tecnici, accompagnati dai militari della Capitaneria di Porto, hanno notato la presenza di una lunga striscia gialla nastriforme distante circa mezzo miglio dal litorale di Loano. L’analisi di laboratorio del campione extra di questa sostanza galleggiante ha confermato la presenza di polline di pinacee e l’assenza di contaminazione microbiologica.
Per quanto spiacevole alla vista e al tatto, il fenomeno non è collegabile a inquinamento, ma alla struttura microscopica del polline di pino, che presenta due sacche aeree (tecnicamente dette vescicole anemofile) utilizzate per favorire lo spostamento in aria. Proprio per le sue dimensioni (è uno dei pollini più grandi) il polline delle pinacee scatena reazioni allergiche di minore intensità.
Il gioco dei venti e l’azione delle correnti contribuisce all’aggregazione dei granelli in grosse chiazze, segnalate sotto costa in tutto il Mar Ligure (e in alcuni invasi di acqua dolce quali, ad esempio, il Brugneto), che possono essere scambiate per sversamenti di altra natura o incorporare al loro interno altri oggetti galleggianti (pezzi di legno, plastica, foglie o altri materiali avvistati in numero ragguardevole durante le uscite in mare: il maggio piovoso ha avuto anche questi effetti).
Arpal prosegue i controlli sulle acque di balneazione e sul rilevamento dei pollini, pubblicando i risultati nelle rispettive sezioni del sito www.arpal.gov.it e comunicandoli alle autorità competenti.
Genova, 19/07/2013
Per approfondire l'argomento schiume, è utile conoscere qualche altro elemento:
- Che cosa sono le schiume?
In alcuni periodi dell'anno, in particolare in primavera ed in estate, è possibile osservare lungo le nostra coste delle strisce biancastre nastriformi, larghe qualche metro, che si estendono anche per diversi chilometri. Tale fenomeno, chiamato comunemente schiuma, non deve essere confuso con il fenomeno delle schiume inorganiche prodotte da attività umane ( come per esempio l’uso di detersivi).
Esso è spesso, al contrario, un fenomeno naturale, legato alla proliferazione di organismi di piccole dimensioni, uni o pluricellulari, di solito alghe e/o fitoplancton (insieme di organismi presenti nel plancton), che si trovano alla base della catena alimentare marina.
In particolare, si tratta di aggregati di particelle di dimensioni minori ad 1 µm (micrometro, cioè 1 millesimo di millimetro), in concentrazioni variabili grossomodo da 3.000 a 50.000 cellule/litro, tenute assieme da materiale gelatinoso trasparente di origine organica (principalmente polisaccaridi, cioè zuccheri, composti fenolici e poi in minor misura proteine e amminoacidi).
Queste gelatine o mucillagini possono, infine, trattenere diverso materiale galleggiante in superficie, da piume di uccello a rifiuti galleggianti, incrementando la sensazione di inquinamento delle acque delle nostre coste.
- Come si formano le schiume
Determinate condizioni di luce intensa, temperatura elevata, mare calmo, assenza di vento e presenza di nutrimenti stimolano l'attività metabolica di questi organismi, che cominciano a riprodursi molto rapidamente e ad aggregarsi attraverso la produzione di muco.
Dopo essersi riprodotti ed aggregati, questi organismi muoiono, rilasciando la sostanza organica di cui è composta la loro parete cellulare. Questa materia organica (lipidica e proteica) si unisce al muco grazie all’azione aggregante del vento dando origine a schiume di colore biancastro.
Nell’ultimo decennio la comparsa di schiume e ammassi mucillaginosi è risultata sempre più frequente e ciò è stato messo in relazione all’aumento delle temperature medie stagionali, anche secondo le conclusioni del Rapporto del 1996 dell’Intergovernmental Panel for Climate Change, istituito dalla World Meteorological Organization e dall’United Nations Environmental Programme.
Oltre alle variazioni climatiche, l’intensificazione dei fenomeni legati alla fioritura algale nel periodo tardo-estivo può essere collegato all’indebolimento del ricambio idrico, dovuto alle opere di difesa costiere.
- La tossicità
I microrganismi planctonici legati alla produzione di schiume sono stati classificati in più di 5.000 specie; tra queste, 75 sono da definirsi più o meno tossiche.
In generale si possono distinguere:
- specie che causano esclusivamente una vistosa colorazione dell’acqua;
- specie potenzialmente tossiche soprattutto per gli organismi definiti consumatori secondari, ovvero organismi che di queste specie si nutrono (come i dinoflagellati del genere Alexandrium );
- specie tossiche come Prorocentrum lima, che produce acido okadaico e Coolia monotis, che produce tossine non ancora caratterizzate; tra queste, ormai famosa nel Mediterraneo, è l’Ostrepsis ovata, fonte di alcuni disturbi per l’uomo, ormai monitorata dalle Agenzie ambientali regionali, per conto dei Ministeri della Sanità e dell’Ambiente (per approfondimenti, v. alla pagina web http://www.arpal.gov.it/index.php?option=com_flexicontent&view=items&cid=47&id=333&Itemid=342 )
- Che cosa succede dopo: possibili fasi critiche
Il destino delle schiume dipende principalmente dai fattori climatici esterni. Piccole mareggiate, temperature poco elevate e correnti possono disperdere velocemente le schiume disgregando gli ammassi di particelle.
Quando invece il mare si mantiene caldo e le temperature elevate, può accadere che le alghe morte e le schiume siano attaccate da batteri aerobi che le ossidano, liberando anidride carbonica (bolle in superficie).
Questo processo chimico di disgregazione consuma molto ossigeno, tanto più quanto più è elevata la sostanza organica da decomporre. In questo modo si crea nell'acqua una notevole diminuzione di ossigeno e ciò può compromettere la vita animale, soprattutto in bacini chiusi come i laghi e nei mari poco profondi o in condizioni di scarso ricambio d’acqua: questo è il famoso fenomeno dell’Eutrofizzazione.
In mari profondi come il mar Ligure, il fenomeno si limita alla produzione di mucillagine; solo nei casi più critici, si possono avere le già citate morie di fauna marina (pesci, molluschi bivalvi e crostacei).
Per quanto sopra, sono previste diverse attività di monitoraggio per il riconoscimento ed il controllo quali-quantitativo delle specie microalgali (per la Liguria, v. alla pagina http://www.arpal.gov.it/index.php?option=com_flexicontent&view=items&cid=47&id=404&Itemid=396 )
Bibliografia di riferimento
Anderson D.M.. 1989. Toxic algal blooms and red tides: a global perspective. In T. Okaichi, D. M. Anderson and T. Nemoto (eds.),Red Tides: Biology Environmental Science and Toxicology, Elsevier, New York: 11-16.
GLAZIOU P. and LEGRAND A. M., 1994. The epidemiology of ciguatera fish poisoning. Toxicon, 31: 1151-1154.
HALLEGRAEFF, G. M., 1993. A review of harmful algal blooms and their apparent global increase. Phycologia, 32: 79-99.
PIERCE, R., M. HENRY, S. BOGGESSand A. RULE, 1989. Marine toxins in bubble-generated aerosol. In: E. Monahan and P. van Patton (eds.), The Climate and Health Implications of Bubble-Mediated Sea-Air Exchange, Connecticut Sea Grant Publications: 27-42.
DECRETO 30 marzo 2010. Definizione dei criteri per determinare il divieto di balneazione, nonché modalità e specifiche tecniche per l’attuazione del decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 116, di recepimento della direttiva 2006/7/CE, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione. Supplemento ordinario alla “Gazzetta Uffi ciale„ n. 119 del 24 maggio 2010 - Serie generale
VOLTERRA L., 1989. Alghe produttrici di biotossine. Biologia Ambientale, III(5): 5-17.