Nuovi monitoraggi di Arpal con il Dna Ambientale

Il DNA Ambientale (eDNA) è l’insieme delle molecole di DNA (cioè dell'acido desossiribonucleico che codifica le informazioni genetiche necessarie al funzionamento degli esseri viventi) di varia provenienza presenti in una matrice non biologica, come l’acqua, il terreno o l’aria. La sua ricerca attraverso sofisticate tecniche di biologia molecolare permette di implementare i metodi tradizionali di biomonitoraggio, soprattutto per la ricerca di specie rare o difficilmente contattabili. Il principio di partenza è molto semplice: se trovo il dna di una specie, pur senza averla avvistata direttamente, so che è presente.
All’interno del progetto transfrontaliero Pitem – Biodiv'Alp il personale dell’ufficio Biodiversità di Arpal ha preso parte, con Regione Liguria e Università di Firenze, a uno studio sul territorio imperiese per valutare la presenza di due specie di acqua dolce di particolare interesse conservazionistico, il gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes) e la lontra eurasiatica (Lutra lutra) in otto siti distribuiti in quattro bacini fluviali. La lontra eurasiatica, considerata estinta nell’area di studio dagli anni ’80, è stata osservata recentemente nel bacino del Roia a cavallo del confine italo-francese, mentre il gambero di fiume ha visto negli ultimi decenni una frammentazione e contrazione delle popolazioni.
Le analisi eDNA hanno permesso in questo caso di confermare la presenza di entrambe le specie in alcuni dei fiumi selezionati e hanno rilevato il DNA della lontra eurasiatica laddove la specie non era stata ancora osservata recentemente attraverso i metodi di monitoraggio tradizionali, migliorando così le conoscenze sulla sua distribuzione regionale. Questo studio ha pertanto permesso di confermare come gli approcci di monitoraggio basati sull’eDNA siano strumenti preziosi a supporto dei ricercatori e delle autorità di gestione dei territori per valutare la presenza di specie rare ed elusive e aiutare ad attuare piani di protezione e gestione su scala locale.
Nei laboratori di Arpal, grazie alla nuova strumentazione con sequenza genomica e pcr digital, si proseguirà nello sviluppo del metodo di ricerca e analisi del DNA Ambientale anche attraverso nuovi progetti che interesseranno altri gruppi animali tra cui pesci e anfibi. Lo scopo è ovviamente quello di poter giungere ad un metodo di ricerca standardizzato che permetta di avere da un lato una valutazione dello stato di conservazione di specie di particolare interesse conservazionistico e dall’altro che permetta di avere uno strumento di rilevamento precoce di specie aliene invasive che, insieme alla perturbazione degli habitat e al cambiamento climatico, è uno dei principali fattori di erosione della biodiversità.