Progetto NEPTUNE, anche Arpal in campo per prevedere e mitigare gli effetti delle inondazioni improvvise
Due giorni di lavoro a Ventimiglia per il kick-off meeting del progetto NEPTUNE, progetto realizzato dell’ambito del Programma Meccanismo Unionale per la Protezione Civile (UCPM), e che vede, nel ruolo di capofila INRAE e partner Arpal, Fondazione Cima, Novimet e, come partner associato, SMIAGE.
Anche gli idrologi Arpal Federica Martina e Andrea Cavallo, insieme alla Responsabile dell’Unità Operativa Clima Meteo Idro di Arpal Francesca Giannoni, sono impegnati negli incontri e nei sopralluoghi sul fiume Roya per valutare le azioni da intraprendere per prevedere meglio e mitigare gli effetti delle inondazioni improvvise (flash-floods).
Infatti, il progetto NEPTUNE mira a sviluppare strumenti di previsione delle inondazioni che possano essere utilizzati nelle aree transfrontaliere e più in generale nelle aree mediterranee soggette a questo tipo di fenomeni. Le nuove metodologie saranno, dunque, testate sul bacino transfrontaliero di Roya, regolarmente colpito da inondazioni improvvise.
Tra gli obiettivi di NEPTUNE legati proprio al bacino del Roya c’è, infatti, quello di migliorare le stime delle precipitazioni, soprattutto nella parte alta del bacino, attualmente poco coperta dai radar meteorologici, e di migliorare le previsioni sia meteorologiche che idrologiche a piccola scala spazio-temporale. Inoltre sviluppare un modello basato sull'impatto per informazioni in tempo reale sui rischi di inondazione piuttosto che solo sui pericoli e implementare la diffusione delle informazioni tra tutti gli attori francesi e italiani coinvolti.
Va detto che il bacino del Roya presenta le stesse problematiche di molte altre aree del Mediterraneo e, dunque, i risultati che saranno ottenuti con NEPTUNE potranno essere trasferiti e“modellati” anche su altre aree e zone a rischio.