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Relazione post incendio Federghini

Venerdì, 12 Maggio 2017

Continua il lavoro degli Enti a seguito dell'incendio che si è sviluppato nella notte di Pasqua a Follo (SP).

Questo lo stralcio della relazione inviata oggi da Arpal:

Il giorno 16 e 17 Aprile c.a. ARPAL ha effettuato di concerto con ASL n.5 “Spezzina”, ARPAT e USL Nord-Ovest 1 Zona Apuane, campioni di suolo e specie vegetali a foglia larga per valutare le possibili ricadute da fallout dell’incendio avvenuto nella mattina del 16 aprile.

I campionamenti sono stati effettuati in 8 punti individuati come potenziali siti di ricaduta derivanti dal modello di dispersione di fumi di combustione ALOFT-FT 3.10 (NIST).

Di seguito è riportata una foto aerea con indicati i punti di campionamento sopraccitati.

In premessa va detto che in tutti i campioni prelevati sono stati ricercati gli IPA totali in considerazione che tale parametro può essere considerato un significativo tracciante  dell'incendio.

 

 

I risultati relativi alle specie  vegetali a foglia larga sono riportati nella tabella 1 allegata.

Le analisi sono state condotte senza lavare le foglie ai fini di valutare la potenziale ricaduta legata all’evento.

Tra i parametri ricercati, solo i metalli Cadmio e Piombo prevedono dei limiti normati (Cadmio 0,2 mg/kg sul lavato e Piombo 0,3 mg/Kg sul lavato da Reg CE 1881/06, ultima modifica Reg UE 1005/15 considerando il punto 3.1.14  ortaggi a foglia).

Relativamente agli IPA totali non esistono limiti specifici, pertanto il riferimento preso in considerazione è il REG UE n.835/2011 che modifica il Regolamento sopraccitato, dove il valore considerato è il punto 6.1.1 oli e grassi destinati a consumo umano  che reca un limite di benzo-a-pirene di 2 µg/kg  e  di Sommatoria IPA di 10 µg/kg.

I valori di Cadmio e Piombo rilevati risultano sempre inferiori ai limiti soprariportati considerando anche l’incertezza del metodo. Le concentrazioni di benzo-a-pirene sono uguali o inferiori al limite individuato per ortaggi a foglia lavati, quelle di IPA totali sono risultate su tutti i campioni circa un ordine di grandezza inferiore al valore limite.

In considerazione che in tutti i campioni di specie vegetali non si è riscontrata presenza di inquinamento da IPA (il più significativo tracciante dell'incendio), si è ritenuto di non procedere alla determinazione delle PCDD/F.

I fenoli risultano tutti inferiori al limite di rilevabilità strumentale.

I risultati relativi al suolo superficiale (campionamento effettuato prelevando lo strato superficiale di un’area pari a 1m2) sono riportati nella tabella 2 allegata.

Da una disamina dei referti analitici si evince quanto segue:

  • Le concentrazioni dei metalli ricercati sono tutti conformi alle CSC (concentrazioni soglia di contaminazione) indicate nella colonna A tab. 1 all.5 parte IV del D. Lgs. 152/06, riferite all’uso dei suoli residenziali o verde pubblico. Tali dati sono inoltre compatibili e allineati con le concentrazioni medie rilevate in altri ambiti territoriali provinciali sia di aree urbane che agricole.
  • Analogamente ai metalli anche per il parametro IPA le concentrazioni rilevate, sia espresse come sommatoria che come singoli congeneri, sono tutte conformi alle CSC indicate nella colonna A tab. 1 all.5 parte IV del D. Lgs. 152/06, riferite all’uso dei suoli residenziali o verde pubblico.
  • Le concentrazioni di fenoli sono risultate tutte inferiori al limite di rilevabilità strumentale.
  • I PCB totali, parametro associabile alle diossine, sono risultati in tutti gli otto campioni prelevati inferiori al limite previsto nella colonna A tab. 1 all.5 parte IV del D. Lgs. 152/06 considerata l’incertezza statistica del metodo.
  • La determinazione dei PCDD/F (diossine e furani)  è stata eseguita preliminarmente sui  quattro campioni prelevati nei punti ritenuti dal modello diffusionale a massima probabilità di ricaduta e ove si sono evidenziate le maggiori concentrazioni di PCB totali.

Le concentrazioni di diossine rilevate sui 4 campioni sopracitati, espresse in termini di tossicità equivalente (I-TEQ), sono risultate significativamente inferiori alle CSC di riferimento riportate in  colonna A tab. 1 all.5 parte IV del D. Lgs. 152/06.

In considerazione che in tutti i campioni prelevati non si sono riscontrati scostamenti significativi dei parametri determinati (metalli, PCB e IPA  - il più significativo tracciante dell'incendio), si è ritenuto di non procedere alla determinazione delle PCDD/F sugli ulteriori campioni.

I valori di diossine rilevati (compresi tra 0,46 e 1 ng/kg) espressi come tossicità equivalente sono in linea con i valori noti in letteratura per suoli non contaminati (rapporto ISTISAN 05/28).

Dagli istogrammi sotto riportati, ove sono graficate le concentrazioni in ng/Kg dei singoli congeneri delle diossine, si può osservare come  la distribuzione delle concentrazioni sia molto simile in tutti e 4 i campioni analizzati; i 4 picchi riscontrati sono ascrivibili ai congeneri eptaclorodibenzodiossina (HpCDD), octaclorodibenzodiossina (OCDD), eptaclorodibenzofurano (HpCDF)  e octaclorodibenzofurano (OCDF).

 

 

 

 

 

Questo tipo di distribuzione di concentrazioni, prevalenza di OCDD spesso accompagnata anche da  HpCDD, è stata discussa in letteratura sin dagli anni 90 (Rappe, C., 1997) e sono state proposte sostanzialmente due possibili origini, una legata alla formazione di HpCDD e OCDD a partire dal pentaclororofenolo presente in atmosfera (Baker, J. I., Hites, R. A, 2000) e l’altra al fatto che le HpCDD e OCDD, tra tutti i congeneri di PCDD/F presenti in aria, sono quelli più fortemente legati al particolato; la prevalenza di questi quattro composti nel profilo delle diossine denota una contaminazione di fondo (Tysklind et al., 1993). Infatti la stessa distribuzione di concentrazioni si ritrova anche in suoli di buona parte del mondo, come ad esempio, quello riportato nella figura che segue, relativa a suoli australiani (National Dioxins Program, 2004):

 

 

Campionamenti di terreni effettuati nel territorio provinciale nell’ambito di altre indagini, nonché i campioni di deposizioni atmosferiche di 9 stazioni in ambito provinciale prelevati in monitoraggi stagionali a far data dal 2014, hanno evidenziato  risultati quali-quantitativamente comparabili con i risultati ottenuti dal monitoraggio oggetto della presente relazione (v.si relazioni pubblicate sul sito ARPAL: https://www.arpal.gov.it/homepage/altri-temi/aria-sp.html, https://www.arpal.gov.it/homepage/altri-temi/aia-enel-spezia.html ).

In data 16/04/17, in corso di evento, sono stati inoltre effettuati campionamenti delle acque superficiali del canale Riccagiara, a monte e a valle rispetto allo Stabilimento Ferdeghini Agostino Sas e dello scarico delle acque di prima pioggia, provenienti dai piazzali della medesima azienda, collettate alla raccolta comunale delle acque bianche.

L’analisi di tali dati ha evidenziato la presenza di diossine veicolate dall’acqua di spegnimento dell’incendio, nelle acque del canale Riccagiara a valle dello stabilimento Ferdeghini. Per tale parametro non esistono limiti normativi nelle acque superficiali: infatti la scarsa solubilità delle diossine determina un potenziale accumulo nel suolo/sedimento interessato dall’evento. Per tale matrice esiste un limite normativo pari a 1x 10 -5 mg/Kg espresso come sommatoria di PCDD/F-TEQ.

Si ritiene pertanto necessario che il gestore dello Stabilimento attui le procedure operative ed amministrative previste dall’art. 242 del D.Lgs 152/06 in merito alla caratterizzazione ed eventuale bonifica o ripristino dello stato dei luoghi, delle aree interessate dal transito delle acque di spegnimento dell’incendio, compreso l’alveo del canale Riccagiara interessato.

La caratterizzazione dovrà cautelativamente ricomprendere i parametri “Metalli” e “PCDD/F”.

 

TABELLA 1 - Vegetali a foglia larga

TABELLA 2 - Terreni

 

 

 

 

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