"Sparare" nel terreno per studiare (anche) le frane
Arpal si è dotata di strumentazioni innovative per rendere più dettagliati i rilevamenti e le misure del sottosuolo.
Per migliorare le prestazioni dei sismografi, per esempio, adesso l’Agenzia potrà utilizzare un vero proprio “fucile sismico”. Al di là del nome “inquietante”, si tratta di uno strumento che, insieme ai nuovi sismografi e geofoni, aumenta la precisione dei dati rilevati sulla conformazione del terreno che si vuole indagare, la profondità del substrato roccioso e molto altro ancora.
Grazie alla potenza del fucile, e con un investimento di circa 25.000 euro, Arpal potrà “vedere” con il dettaglio voluto fino a diverse centinaia di metri di profondità, migliorando così lo studio degli acquiferi o le informazioni utili per risalire all’innesto di alcuni tipi di frane.
Ma come funziona tecnicamente? Lo strumento va caricato, proprio come un vero fucile, con una cartuccia da caccia (ovviamente a salve, da recuperare dopo l’esplosione). Prima, però, si deve creare una buca nel terreno per inserire lo strumento. È necessario anche installare preventivamente i geofoni che serviranno per captare le onde in propagazione nel terreno; quindi l’operatore sale sulla pedana che circonda il fucile e lo innesca manualmente.
L’esplosione della cartuccia provoca, appunto, onde, la cui velocità di propagazione viene misurata e consente di accertare il tipo di terreno sul quale si sta operando.
Il “fucile sismico” è stato testato nei giorni scorsi dai tecnici Arpal del settore geologia e dissesto, e prossimamente verrà utilizzato per le diverse attività legate al sottosuolo.