Supercella sì o no? la "nuvola" di ieri
Mercoledì, 20 Settembre 2017
Un fungo atomico, l’invasione degli alieni, la nuvola a ventaglio.
Il fenomeno atmosferico che ha prevalentemente stazionato sul mare antistante la riviera di levante nel tardo pomeriggio di ieri ha catturato l’attenzione di tutti quelli che hanno potuto ammirarlo, e fornisce l’occasione per alcune considerazioni meteorologiche.
Di cosa si è trattato?
La forma, osservata da tutta la costa ligure, ricorda quella di una supercella, ossia la nuvola temporalesca più potente; e anche la durata del fenomeno, che si è sviluppato indicativamente dalle 17 alle 22, è compatibile con tale struttura.
Eppure sembrano esser mancati alcuni ingredienti indispensabili per classificarla al 100% come tale: la rotazione dei venti al suo interno (il cosiddetto mesociclone), la dimensione “contenuta” ad alcuni kmq (più simili a un “embrione” di supercella), l’overshooting top molto limitato (è il risultato della forte corrente ascensionale, il cuore della supercella, la cui spinta è capace di sfondare la barriera della troposfera, ieri intorno agli 8 km di altezza), il calo di pressione al suolo molto limitato (iniziato già in mattinata), l’eco a uncino del radar solo abbozzato (la forma tipica dovuta alla rotazione interna dei venti).

Figura 1 - L'immagine radar con le precipitazioni più intense concentrate nel mare di fronte alle 5 terre
Sembra quasi che le condizioni atmosferiche al contorno abbiano “acceso” la struttura, ma poi non le abbiano permesso di compiere la maturazione a vera e propria supercella.
Deboli i riscontri strumentali: la centralina “più colpita” è stata a Sestri Levante, il luogo dove si sono avute le precipitazioni più intense lungo la costa, anche sotto forma di grandine. Ma sono stati misurati appena 5,2 mm fra le 18.25 e le 18.40; il conteggio dei fulmini è stato di circa 1500 (fonte lighting maps).

Figura 2 - Fra le 17 e le 23 di ieri sono stati conteggiati circa 1500 fulmini
E sul mare, dove si sono sfogati maggiormente gli effetti del temporale, si possono eseguire solo alcune stime dal radar.
Indipendentemente dalla sua classificazione formale (una piccola supercella “acerba” sembra la conclusione più tecnicamente corretta, anche se nei prossimi giorni i colleghi meteo approfondiranno la conoscenza di quanto accaduto recuperando tutti i dati possibili da radar e satelliti vari), la struttura è un ottimo pretesto per tornare sul tema delle previsioni e delle allerte.
Per quanto sia sembrata imponente e affascinante agli occhi degli osservatori, si è trattato di un evento meteorologico “piccolo”, non previsto da nessun tipo di modello, frutto di quella instabilità segnalata nel bollettino di ieri. Le immagini da satellite, sia nel campo del visibile, sia nell’infrarosso, mostrano il cielo quasi completamente sereno sul restante territorio regionale.

Figura 3- Il satellite nel campo del visibile

Figura 4 - Il satellite nel campo dell'infrarosso. Il colore blu indica una nuvola più fredda, quindi più alta e con maggiore carico di umidità
Anche le immagini radar fotografano le precipitazioni solo in quella piccola porzione del levante regionale interessato dalla struttura, tenuta sul mare dai prevalenti venti in direzione sud-est.




I temporali sono fenomeni piccoli, impossibili da prevedere con il dettaglio che tutti vorremmo; possiamo solo indicare la probabilità di accadimento di fenomeni più o meno intensi, sulla base di indici temporaleschi e delle valutazioni effettuate dai previsori su tutta la colonna d’aria.
Il massimo grado di allerta per temporali - in Liguria e in quasi tutto il resto di Italia - è l’arancione, anche se gli effetti dei temporali più intensi possono arrivare all’alluvione. Quando le previsioni indicano alta probabilità di temporali forti, organizzati e persistenti, Arpal emana l’allerta arancione per temporali e bisogna prestare la massima attenzione, perché il rischio corso dalla singola persona non è molto diverso da quello di un’allerta rossa. Che - invece - si utilizza per segnalare gli effetti di fenomeni meteo più estesi, capaci di interessare vaste porzioni di territorio regionale, e non soltanto pochi chilometri quadrati. Quelli potenzialmente interessati dagli effetti (anche devastanti) di una singola supercella.
Genova, 20 settembre 2017