Trovata anche la Pinna nobilis
Nel mese di ottobre continuano le attività di monitoraggio previste dalla Strategia marina. Dopo le uscite in mare alla ricerca della Patella ferruginea - vedi qui - i tecnici Arpal hanno iniziato le immersioni subacquee per la Pinna nobilis, un bivalve comune tra le praterie di Posidonia oceanica, ma che non disdegna neppure i fondali ghiaiosi, sabbiosi e fangosi, fino a circa 60 m di profondità.
Questi due animali sono stati inseriti all’interno delle specie da controllare nel più vasto sistema di monitoraggio della biodiversità marina, introdotto proprio nel 2018. La prima immersione dedicata al Pinna nobilis è servita a mettere a punto la tecnica di lavoro, che prevede tre campi studio da 100 metri quadrati per area di indagine, in ognuno dei quali sono mappati transetti da 100 metri.
Per ogni individuo, sono acquisite diverse informazioni, come: stato di salute (vivo, morto o danneggiato), profondità e tipo di substrato, altezza e larghezza.
Il più grande bivalve del Mediterraneo può raggiungere e/o superare gli 80 centimetri di altezza, fino ad un massimo di 100 centimetri: nella prima uscita stagionale, effettuata da 6 sub nel Tigullio, in zona Cervara, sono stati riscontrati esemplari vivi e morti, fino a 20 centimetri di altezza.