VIII Rapporto Aree Urbane
MIGLIORA
SERVONO ANCORA PASSI IN AVANTI SU SITI CONTAMINATI E CONSUMO SUOLO
Presentazione VIII Rapporto Qualità dell’Ambiente Urbano
Le città italiane consumano meno acqua ma continuano ad avere problemi di consumo del suolo e troppi sono i siti sensibili dal punto di vista dell’inquinamento.
Queste sono alcune delle informazioni (basate su dati relativi al 2010-2011) che emergono dall’VIII edizione del Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano presentato oggi a Roma dall’ISPRA, che censisce 51 comuni capoluogo e che è stato realizzato dal Sistema Nazionale per
I dati presentati nel Rapporto consentono una lettura delle città anche in termini di resilienza, intesa come capacità del “sistema urbano” di assorbire e compensare le pressioni antropiche e naturali.
Un settore da cui emergono notizie positive è quello delle acque, sia per i sistemi di depurazione legati ai reflui civili e industriali che per i consumi. I dati evidenziano che nella maggior parte delle città i reflui sono collettati al depuratore per oltre il 90%, mentre la restante quota è convogliata quasi per intero a sistemi individuali di trattamento: ne consegue che la maggior parte delle città osservate hanno alti livelli di trattamento. Se si ragiona in base alle norme europee, sono risultati conformi ai livelli di emissione 50 dei 66 agglomerati urbani esaminati (in alcune delle 51 città è presente più di un agglomerato). A Genova risultano conformi 7 degli 8 impianti considerati, con la sola eccezione di Quinto. I dati si riferiscono però al 2009; i lavori che hanno interessato successivamente il depuratore genovese sono serviti a sanare tale criticità.
In Italia il valore medio dell’acqua consumata per uso domestico è diminuito negli ultimi 10 anni di circa il 20%, con un consumo medio pro-capite di
Genova conferma il trend di diminuzione, passando da 85,9 metri cubi a 63,6 (-26%); l’ultima razionalizzazione risale all’estate del 2003.
Anche le perdite di rete hanno un ruolo importante, ma nelle città censite non sembra esserci stato un peggioramento negli ultimi anni. Ad esempio, se si considerano le tre nuove città inserite nel Rapporto, vale a dire Arezzo, Brindisi e Andria, si nota che tra 2005 e 2008 la situazione è rimasta invariata nella città toscana, mentre è leggermente migliorata (-0,7% di perdite) nelle due località pugliesi.
Meno virtuosa la situazione riguardante le aree contaminate presenti sul territorio dei capoluoghi censiti: in Italia esistono 57 Siti contaminati di Interesse Nazionale (SIN), che coprono oltre il 3% del territorio. Nel Rapporto sono riportati i dati relativi ai 38 SIN che interessano il territorio urbano di 30 città e per la prima volta anche quelli relativi ai siti contaminati locali (per 8 città). La più alta concentrazione di SIN si trova a Napoli che ne ha 6, seguita da Milano con 5. Un solo sito a Genova, quello relativo alla Stoppani.
Lo stato di avanzamento delle procedure di bonifica è molto eterogeneo. Con riferimento allo stato di avanzamento, solo 9 SIN risultano avere oltre il 50% di progetti di bonifica approvati.
Altro problema su cui è necessaria una forte risposta del decisore è quello del consumo di suolo, che indebolisce la resilienza delle città nei confronti di alluvioni, frane e inondazioni, oltre a sottrarre suolo alla produzione agricola e alle aree naturali: per questo, il 14 settembre 2012 è stato varato dal Consiglio dei Ministri un disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. In Italia, infatti, si consumano giornalmente più di cento ettari al giorno.
Il rapporto valuta il consumo di suolo in 43 aree urbane, dovuto all’impermeabilizzazione e ad altri usi artificiali quali cave, discariche e cantieri, negli anni compresi fra il 1949 e il 2011. Il consumo è risultato elevato in quasi tutti i comuni studiati, con un continuo incremento delle superfici impermeabilizzate. In 4 città su 43 il consumo del suolo è esteso ormai a più della metà del territorio comunale, in 10 città è compreso tra il 30 e il 50%.
Tema strettamente correlato al suolo è quello delle infrastrutture verdi: parchi, giardini, aree naturali protette e foreste urbane, che rappresentano il capitale naturale delle città. Il loro ruolo è fondamentale per rendere le città del futuro più resilienti. I dati mostrano che la percentuale di verde pubblico sul territorio comunale non è diminuita nell’arco della serie storica analizzata (2000-2010), ma nella maggior parte del campione indagato (30 città su 51) le variazioni positive non hanno superato il punto percentuale, e in 8 città – ubicate soprattutto nel Centro-Sud - non si sono registrati aumenti. A Genova l’estensione del verde pubblico è passata dal 10,1 al 10,3% del totale.
Gli sprofondamenti nei centri urbani (sia della sede stradale che al di sotto di edifici), altro indicatore della fragilità delle nostre città, sono un fenomeno in aumento: ad esempio, a Roma nel 2012 sono finora stati registrati 59 sprofondamenti, a fronte dei 36 segnalati durante tutto il 2011. Tali fenomeni in generale sono determinati dalle caratteristiche naturali del sottosuolo (es. cavità carsiche), ma anche da fattori antropici come le insufficienze della rete fognaria e di drenaggio, cui sono riconducibili molti dei casi, spesso innescati da eventi meteorici intensi. Il maggior numero di casi di sprofondamento complessivamente censiti (periodo 1884-2012) si sono avuti a Roma (1892 fino a settembre 2012), seguita da Napoli (234) e Cagliari (67). In Liguria non sono presenti fenomeni di sprofondamento o formazione di voragini connesse a particolari condizioni geologiche; tuttavia, eventi e fenomeni localizzati di modesta entità non possono essere esclusi. Ad esempio nell'area urbana genovese, nel corso dell'alluvione del 4 novembre 2011, si sono realizzati alcuni sprofondamenti dei piani stradali, dovuti alla sovrappressione di rii tombinati e a fenomeni di fluidificazione e sifonamento dei terreni di riporto.
Nel Rapporto è presente una sezione dedicata alla mobilità urbana sostenibile. Il tasso di motorizzazione dei veicoli privati nel paese è passato da circa 501 autovetture ogni 1000 abitanti nel
Nel lungo periodo (2000 – 2010) emerge un quadro di generale aumento dell’offerta di trasporto pubblico. Nel 2010 Milano registra il più alto numero di passeggeri per abitante trasportati (702), seguita da Venezia (648) e Roma (530).
Per le piste ciclabili si osservano nel lungo periodo (2000-2010) incrementi consistenti nella maggior parte delle città, e si mantiene il divario tra il Nord e il Sud del Paese. La regione più virtuosa è l’Emilia Romagna con 8 tra le prime 10 città per metri di piste ciclabili ogni 1000 abitanti. Il valore più elevato si registra a Reggio Emilia con
La mobilità è un importante fattore di pressione per la qualità dell’aria, che vede note dolenti specie nel Nord Italia e per il PM10, con le città del bacino padano che hanno registrato frequenti superamenti del valore limite giornaliero. La Liguria rappresenta un’eccezione in questo contesto, con dati abbondantemente inferiori ai limiti previsti dalla normativa sul supero annuale di PM10.
Per quanto concerne le strategie di risposta, un importante segnale è la crescente consapevolezza con cui le città italiane affrontano i cambiamenti climatici e i rischi per la salute ed economici che ne derivano: circa 2mila comuni hanno aderito al Patto dei Sindaci della Commissione Europea, presentando un piano d’azione per l’Energia Sostenibile (PAES) e adottando misure per l’abbattimento delle emissioni di CO2, specie nel settore edilizio, centrale anche per il contenimento dei consumi energetici.
Infine, il Rapporto di quest’anno ha dedicato un Focus specifico a porti, aeroporti e interporti, per valutare anche in questo caso criticità e opportunità di minimizzazione degli impatti ambientali e degli effetti sulla salute, attraverso strumenti di valutazione tecnica, piani di gestione, misure di miglioramento e di contenimento. Da considerare per esempio che ben 13 SIN interessano aree portuali. Genova è il principale scalo container con quasi 18 milioni di tonnellate, ed oltre 3 milioni di passeggeri, che hanno visto nel 2010 un aumento di croceristi del +28%: anche per tale motivo, visto il grande flusso di navi che vi transitano (commerciali, passeggeri, riparazioni), si è sviluppato un progetto che prevede l’elettrificazione delle banchine, iniziando da quelle dedicate alle riparazioni e alla cantieristica in generale, per la riduzione delle immissioni di inquinanti in atmosfera con conseguente miglioramento della qualità dell’aria in porto e nella città.
Questo il quadro di sintesi dei dati a livello nazionale, integrato con alcuni dati regionali; ogni Agenzia del Sistema Nazionale per
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente ligure sarà presentata il 5 dicembre, con l’ormai tradizionale giornata dedicata all’approfondimento su tutto il territorio.