Week end perturbato: la risposta di bacini e territori
Il passaggio perturbato dello scorso fine settimana offre l’occasione per alcune riflessioni sulle caratteristiche del nostro territorio: nonostante sia piovuto in maniera diffusa e prolungata per molte ore, i bacini hanno assorbito senza particolari sofferenze l’ingente massa d’acqua caduta, ben 290 milioni di metri cubi d’acqua in due giorni, oltre dieci volte l’invaso del Brugneto.
Eppure, solo due bacini – il Neva a Cisano e la Bormida a Piana Crixia - hanno quasi raggiunto o superato di poco il primo livello di guardia, ossia “…quando la portata transita occupando interamente l'alveo del corso d'acqua con livelli localmente inferiori alla quota degli argini o del piano campagna”. Tutti gli altri torrenti strumentati hanno mostrato innalzamenti, ma assolutamente “benefici” e preziosi a ricaricare le falde, provate dal triennio precedente di stampo siccitoso.
Gli sporadici episodi di criticità al suolo che si sono verificati, sono stati relativi a smottamenti localizzati, senza considerare l’allagamento delle sedi stradali, inevitabile visti i quantitativi di acqua in gioco.
Uno scenario ben inquadrato dall’allerta gialla, che copre un’ampia gamma di possibilità: non vuol dire “forse piove”, come era stato ironicamente dedotto negli anni scorsi, ma “si possono verificare criticità al suolo localizzate, collegate alle precipitazioni in corso”.
Analogo concetto per l’allerta gialla temporali, che soprattutto in primavera-estate è spesso accompagnata dalla presenza del sole: non vuol dire che ci saranno temporali su tutta l’area allertata e per tutta la durata dell’allerta, ma che esiste un’alta probabilità che si possano verificare su quell’area temporali forti, anche associati a possibili grandinate o improvvise raffiche di vento, tali da produrre effetti al suolo a cui prestare attenzione.
I nostri torrenti, infatti, sono molto resilienti a precipitazioni come quelle che si sono verificate nelle scorse ore (diffuse e prolungate nel tempo, ma sempre tra deboli e moderate – se considerate almeno su un’ora di tempo: fra i 15 e i 35 mm in un’ora), mentre entrano in crisi in corrispondenza di precipitazioni anche solo puntuali, ma con intensità molto forte (superiore ai 50 mm/1 ora).
A tal proposito, l’allerta dello scorso fine settimana era composita: gialla per piogge diffuse (e quindi che interessa anche i grandi bacini) su A B D, gialla per temporali su ABCD (zona C allertata solo per bacini piccoli e medi): sulla zona E era stata valutata – correttamente anche questa volta – la bassa probabilità di accadimento di temporali forti, in quanto i fenomeni più intensi erano attesi sui versanti costieri. La mappa con i fulmini caduti, che solitamente accompagnano gli episodi più intensi, aiuta a comprendere meglio lo scenario prospettato.
Per finire, quattro ulteriori spunti:
- Il dato di vento rilevato a Monte Maure ieri potrebbe essere falsato da un problema all’anemometro: Arpal sta realizzando approfondimenti in tal senso, di cui verrà data notizia.
- Attenzione alle frane: il terreno è saturo, e si potranno verificare nelle prossime ore e giorni anche in assenza di precipitazioni e di allerta.
- La mareggiata in corso: i dati della boa di Capo Mele parlano di un’onda massima da 5.2m (ieri alle 16.30) e di un periodo massimo (ossia l’intervallo di tempo fra un’onda e l’altra) di 11 secondi (questa mattina alle 6.30).
- La stazione che ha misurato più acqua nell’ultimo mese è stata quella di Genova Mele: in 15 giorni di pioggia (distribuiti negli ultimi 30) ha misurato 678 mm di precipitazione cumulata. La stessa stazione aveva misurato le seguenti cumulate annue (valor medio annuale del periodo pari a 1793 mm):
Anno |
mm |
2004 |
1488,4 |
2005 |
1133,8 |
2006 |
1503,2 |
2007 |
1046,4 |
2008 |
1992,2 |
2009 |
1916,4 |
2010 |
2527,6 |
2011 |
1467,8 |
2012 |
1862,4 |
2013 |
2556,2 |
2014 |
2243,6 |
2015 |
1494,8 |
2016 |
1931,6 |
2017 |
980 |
2018 |
2551,4 |
2019 |
3088,4 |
2020 |
2030,6 |
2021 |
1495,2 |
2022 |
1080 |
2023 |
1470,8 |