Mimosa simbolo dell'8 marzo: pianta aliena e invasiva
Pianta profumata e bellissima dai fiori gialli e luminosi, la mimosa è la protagonista indiscussa del mese di Marzo. La sua precoce fioritura dorata è apprezzata da molte persone, ma nasconde un lato meno noto: la capacità di invadere gli ambienti naturali, come la macchia mediterranea, soprattutto dopo gli incendi. Espandendosi, tende poi a costituire formazioni fitte che impediscono la crescita delle specie autoctone.
Rientra fra le specie del genere Acacia; la specie più diffusa in Italia è Acacia dealbata, di origine australiana; altre, come Acacia longifolia e Acacia saligna, sono maggiormente presenti in diversi paesi mediterranei. Oltre a danneggiare gli habitat naturali, finiscono per creare una moltitudine di problemi all’uomo, che vanno dagli effetti sulla salute, all’invasione di terreni agricoli, all’aumento del rischio di incendi.
Negli ultimi anni, le piante di mimosa stanno fiorendo sempre più precocemente. Tradizionalmente, questi alberi dai caratteristici grappoli gialli sbocciavano tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, giusto in tempo per la Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, di cui è diventato il fiore simbolo. Oggi, molte mimose sono già in piena fioritura a inizio febbraio e, in alcune zone, a marzo risultano già sfiorite. Questo non è un caso isolato, ma uno dei tanti segnali del riscaldamento globale, che sta alterando i cicli naturali e mettendo in difficoltà le piante e gli ecosistemi.
Il fiore che da quasi ottanta anni è stato adottato come simbolo nazionale dell’8 marzo però non è gradito a tutti, soprattutto agli allergici. Sebbene l’allergia alla mimosa, rispetto ad altri pollini, sia in realtà piuttosto rara, secondo alcuni dati si stima che circa l’1% degli allergici respiratori reagisca anche al polline di mimosa. Nel linguaggio allergologico, l’intolleranza alla mimosa è denominata ‘pollinosi da contatto’; questo significa che, affinché i sintomi si manifestino, è necessario essere in stretto contatto con il fiore o trovarsi in prossimità di una grande quantità di esso. Il polline della mimosa, è un polline particolarmente denso, il che significa che non viene facilmente trasportato dall’aria, ovvero non è disperso dal vento. Arpal svolge un monitoraggio costante del polline e delle spore fungine presenti nell’aria, in tutte e quattro le province liguri, con particolare interesse per quei tipi di polline e di spore che generalmente, sul nostro territorio, hanno dimostrato di causare disturbi allergici a molte persone. Gli esiti del biomonitoraggio vengono pubblicati settimanalmente qui
Le specie aliene invasive: una minaccia globale
Il caso della mimosa non è isolato. Molte piante ornamentali, apprezzate per la loro bellezza, si trasformano in pericoli per la biodiversità nei paesi di introduzione. È il caso del giacinto d’acqua, che invade le vie fluviali, o delle piante come l’erba delle pampas, il fico degli ottentotti e il mesembriantemo, che soffocano dune e ambienti costieri. Più noti sono gli esempi nel regno animale: il punteruolo rosso, la vespa velutina, la cimice asiatica e la nutria, le cui conseguenze sono più visibili e spesso più discusse.
Le specie aliene invasive (Invasive Alien Species – IAS) sono tra le principali minacce per la biodiversità. Rappresentano il fattore chiave nel 54% delle estinzioni conosciute, causano perdite economiche per il 5% del PIL globale e trasmettono oltre 100 agenti patogeni. I loro impatti sono molteplici: competono con le specie autoctone, alterano il suolo, e modificano l’equilibrio degli ecosistemi, aggravati anche dai cambiamenti climatici.
Normative e progetti di ricerca
In Europa, il 68,8% delle specie esotiche naturalizzate è stato introdotto volontariamente dall’uomo. La Commissione Europea ha stimato che il 30% di esse abbia causato danni per circa 12,5 miliardi di euro l’anno negli ultimi tre decenni. Per questo, la lotta alle IAS è disciplinata dal Regolamento (UE) n. 1143/2014, recepito in Italia con il D.lgs. 230/2017. Sono vietate non solo l’introduzione nei paesi UE, ma anche la detenzione, il commercio, il trasporto e la diffusione di queste specie.
In Italia, si contano oltre 3.000 specie aliene, molte delle quali con capacità invasive. Negli ultimi anni Arpal ha partecipato a progetti europei per il monitoraggio, il controllo e l’eradicazione di queste specie.
Nell’ambito del progetto ALIEM (2017-2020), Arpal ha organizzato una rete di sorveglianza costituita da soggetti che, a valle di uno specifico corso di formazione teorico-pratico, sono in grado di riconoscere e segnalare le principali IAS diffuse sul territorio regionale. Contestualmente ha creato, all’interno dell’Osservatorio Ligure della Biodiversità (Li.Bi.Oss.), un database cartografico che l’Agenzia gestisce per conto di Regione Liguria, con una sezione appositamente dedicata alle specie aliene consultabile liberamente dai cittadini.
Con i progetti ALIEM APOSTROPHE e ALIEM VIGIL (quest’ultimo attualmente in corso) Arpal continua a fornire il suo contributo alla lotta alle specie aliene invasive, attraverso attività di monitoraggio, a cui seguono la raccolta, l’archiviazione e la modellazione dei dati, per elaborare scenari predittivi della diffusione di determinate IAS sul territorio regionale.