Specie aliene invasive
Le specie aliene invasive (IAS)
Si definiscono specie aliene invasive (IAS - Invasive Alien Species) quelle specie, animali o vegetali, che si diffondono al di fuori dei loro areali d'origine a causa dell’azione (volontaria o accidentale) dall'uomo, riproducendosi e propagandosi nei nuovi ambienti in maniera invasiva. Negli ambienti naturali di introduzione, queste specie possono infatti incontrare condizioni ecologiche particolarmente favorevoli che, unitamente alla possibile mancanza di antagonisti, permettono di instaurare interazioni competitive e talvolta prendere il sopravvento su specie autoctone, specialmente se queste ultime si trovano già in cattivo stato di conservazione.
Per fortuna non tutte le specie esotiche che giungono in nuovi ambienti risultano invasive: si stima che solo l’1% delle specie introdotte lo possa diventare, tuttavia, la gravità delle conseguenze riferibili a questa percentuale fa sì che siano attualmente individuate come la seconda causa mondiale di perdita di biodiversità, dopo la frammentazione degli habitat.
L’avvento di IAS risulta particolarmente pericoloso in ambienti confinati o ristretti come le isole o le acque interne, dove spesso sono presenti endemismi che ne subiscono drammaticamente l’arrivo.
Questi “alieni” non rappresentano solo una seria minaccia per la biodiversità indigena, ma possono essere anche responsabili di danni alla salute umana, all’agricoltura ed anche agli edifici ed alle infrastrutture.
Il problema delle IAS è quindi di portata mondiale e spetta ai singoli Stati vigilare ed agire per non subirne gli effetti. L’Unione Europea, a tal proposito, ha emanato appositamente il Regolamento UE n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, successivamente recepito dall’Italia con d.lgs. 15 dicembre 2017 n. 230.
Il Regolamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2015 e prevede su scala comunitaria una serie di restrizioni, obblighi e divieti volti a proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dagli impatti causati dalle specie esotiche invasive, con particolare riferimento a quelle inserite nell’elenco di specie denominate “di rilevanza unionale”.
A valle di questi passaggi legislativi, è fondamentale anche il supporto dell’intera società per una gestione realmente efficace del problema. Questo fenomeno è infatti strettamente connesso alle attività antropiche, ed è quindi essenziale promuovere comportamenti più responsabili da parte di tutti i settori della società, al fine di prevenire l’introduzione di nuove specie e frenare la diffusione di quelle già presenti. Diverse indagini a livello europeo hanno evidenziato la scarsa conoscenza della problematica da parte dell’opinione pubblica, che rappresenta un significativo ostacolo all’adozione di comportamenti responsabili.
Il singolo cittadino può contribuire in molti modi, in primo luogo, attraverso l’adozione di comportamenti responsabili: evitare di comprare specie esotiche invasive come animali da compagnia e, soprattutto, di liberarle nell’ambiente; prestare attenzione a quali piante si scelgono per abbellire il proprio giardino per evitare che possano diffondersi nell’ambiente circostante; segnalare tempestivamente nuove aree di presenza delle specie di rilevanza unionale. In questo modo, i cittadini possono fornire un contributo concreto aiutando la Pubblica Amministrazione a rimuovere, ove possibile, le specie più dannose e contribuendo al recupero degli ambienti naturali.
Cosa fa Arpal
Arpal, in collaborazione con ISPRA, ARPA Toscana e ARPA Sicilia, ha partecipato tra il 2007 ed il 2009 alla prima “Indagine conoscitiva sulle iniziative finalizzate alla prevenzione, monitoraggio e mitigazione degli impatti delle specie aliene invasive in Italia”.
Nel tempo, la diffusione delle IAS, anche a causa dell’intensificarsi vertiginoso degli scambi commerciali internazionali, ha assunto un carattere di vera e propria emergenza. Arpal, in questo contesto, ha proseguito il proprio impegno nello studio e nel contrasto alla diffusione delle specie esotiche invasive, anche attraverso la partecipazione a progetti europei dedicati a questa tematica, quali i progetti ALIEM ed ALIEM’ APOSTROPHE, entrambi finanziati nell’ambito del Programma Interreg Marittimo 2014 – 2020.
Il progetto ALIEM
Nell’ambito del progetto ALIEM, Arpal ha organizzato una rete di sorveglianza costituita da soggetti che, a valle di uno specifico corso di formazione teorico-pratico, sono in grado di riconoscere e segnalare le principali IAS diffuse sul territorio regionale. Contestualmente ha creato, all’interno dell’Osservatorio Ligure della Biodiversità (Li.Bi.Oss.), un database cartografico che l’Agenzia gestisce per conto di Regione Liguria, con una sezione appositamente dedicata alle specie aliene consultabile liberamente dai cittadini.
Il progetto ALIEM' APOSTROPHE
Tra le attività svolte nell’ambito del progetto ALIEM’ APOSTROPHE, Arpal ha collaborato con il France's National Research Institute for Agriculture, Food and Environment (INRAE) con un’attività sperimentale ad ampia scala per il rilevamento precoce di coleotteri xilofagi alieni che sfruttano le porte di entrata rappresentate dai porti. A tal fine sono state installate quattro trappole a feromoni nelle aree circostanti il Porto di Genova, due presso la sede Arpal -vista la sua posizione “strategica” adiacente alle aree portuali- e due presso il Circolo Ricreativo Belvedere di Sampierdarena, a Genova.
Il sistema di cattura, che utilizza una combinazione tra cromia e sostanze volatili attrattive (feromoni), è ottimizzato per i gruppi target del progetto. Le trappole vengono controllate ogni tre settimane e il monitoraggio si svolge da fine aprile a metà ottobre.
In ambito marino, Arpal si occupa del monitoraggio della presenza in mare di specie aliene all’interno delle attività di monitoraggio previste dalla Direttiva Europea Strategia Marina, con particolare attenzione alle acque portuali.
Tutti i dati validati confluiscono all'interno dell'Osservatorio Ligure della Biodiversità.