Controlli minerali, naturali, piscine e scarichi
Arpal esegue diverse tipologie di controlli relativi alla matrice acqua.
Acque minerali naturali
Le acque minerali naturali sono comprese nel gruppo delle acque ad uso umano, che include anche le acque potabili, le acque termali e le acque di sorgente, cioè tutte quelle acque che possiamo bere, ovvero che devono rispondere a due requisiti:
- Requisito di sicurezza = salubrità: l'acqua, per essere potabile, non deve "contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana"
- Requisito di qualità: l'acqua non deve superare neanche determinati valori massimi di sostanze non propriamente nocive per la salute.
Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari ed eventualmente, ma non obbligatoriamente, proprietà favorevoli alla salute.
Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e la sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi e/o altri costituenti ed, eventualmente, per taluni loro effetti.
L’acqua minerale naturale è stata usata, principalmente in passato, come acqua con caratteristiche curative e solo in anni recenti queste acque sono divenute acque da tavola, in sostituzione delle acque di acquedotto.
La normativa acqua fornisce i criteri di valutazione delle caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche delle acque minerali, fissando standard per quei parametri che sono considerati nocivi per la salute umana o che sono indicatori di contaminazione.
Ai sensi della normativa vigente il controllo viene eseguito lungo tutta la filiera di produzione:
I controlli alla fonte sono particolarmente importanti, anche in considerazione del valore economico di questo tipo di risorsa e devono avvenire con cadenza almeno stagionale. L’ispezione viene fatta sulle opere di captazione e di adduzione e sulla zona di protezione. Inoltre vengono svolti controlli finalizzati al riconoscimento ed all’autorizzazione all'utilizzo delle sorgenti.
In Liguria le sorgenti ed i relativi impianti per la produzione di acqua minerale sono presenti ad Imperia, Savona e Genova, mentre a La Spezia, non essendo presenti sul territorio fonti captate allo scopo, il controllo del settore è limitato alle fasi di commercializzazione e alle analisi sulle acque confezionate recapitate al laboratorio.
Il controllo e la vigilanza sulle acque minerali ha carattere istituzionale e costituisce supporto alle Aziende Sanitarie Locali così come definito a livello regionale dalla L.R. 20/06 (art.4 punto g: supporto per l’espletamento delle attività connesse alle funzioni di prevenzione collettiva proprie del Servizio Sanitario; art.7 Rapporti ARPAL-ASL)
Acque potabili
Le acque potabili, in base al D.Lgs. 31/01, aggiornato successivamente dal DM del 14 giugno 2017, sono definite come ‘acque destinate al consumo umano’ costituite da:
- le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile; per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fomite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori;
- le acque utilizzate in un'impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano (…)"
Sono, più genericamente, le acque del rubinetto, cioè quelle di ‘utilizzo civile’ che, dopo essere state captate dagli approvvigionamenti (laghi, fiumi, sorgenti e pozzi) e condottate agli impianti di trattamento, vengono distribuite alle nostre case (e non solo) dalle reti acquedottistiche. Queste acque appartengono al gruppo delle acque ad uso umano, che comprende anche le acque minerali, le acque termali e le acque di sorgente; cioè tutte quelle acque che possiamo bere, ovvero che devono rispondere a due requisiti: Sicurezza per la salute e Qualità. Il D.Lgs. 31/01, riferimento nazionale nel campo delle acque potabili in attuazione della Direttiva 98/83/CE, stabilisce l’obbligo di verificare la rispondenza di valori di parametri che garantiscano la potabilità dell’acqua (caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche). Vengono, a tal fine, effettuati i controlli periodici da parte dell’ente pubblico (ARPAL per conto delle ASL), mentre i gestori degli acquedotti eseguono propri controlli interni. I parametri chimico-fisici e microbiologici sono esaminati in base alle possibili fonti di contaminazione legate alla realtà locale (contaminazione antropica, contaminazione naturale o legata ai trattamenti ed al contatto con il materiale della rete acquedottistica) con una frequenza che varia proporzionalmente al volume d’acqua erogata ed al numero di utilizzatori.
I laboratori Arpal ogni anno eseguono mediamente 165.000 analisi su più di 10.000 campioni di acqua provenienti dagli acquedotti liguri: da questo si deduce che l’acqua che giunge alle nostre case è sottoposta a controlli accurati e frequenti. Il controllo della qualità dell'acqua destinata al consumo umano, ad integrazione delle singole prestazioni analitiche, deve passare attraverso una visione complessiva della risorsa idrica. ARPAL può, infatti, svolgere campionamenti e sopralluoghi esprimendo eventuali pareri di idoneità su: impianti di captazione e trattamento reti di distribuzione degli acquedotti aree di salvaguardia
L’Agenzia, inoltre, fornisce il proprio supporto ogni qualvolta sia necessaria una specifica competenza igienico-sanitaria e tecnico-analitica. Il controllo sulle acque potabili ha carattere istituzionale e costituisce supporto alle Aziende Sanitarie Locali così come definito a livello regionale dalla L.R. 20/06 (art.4 punto g: supporto per l’espletamento delle attività connesse alle funzioni di prevenzione collettiva proprie del Servizio Sanitario; art.7 Rapporti ARPAL-ASL).
In particolare, la Regione Liguria regolamenta il lavoro delle Arpal e ASL Liguri in questo campo con D.G.R. 505 del 13/05/2011 "Linee di indirizzo comportamentali per l'organizzazione dei controlli esterni (rev. 2010). Il Laboratorio Regionale di ARPAL nell'autunno 2019 ha potenziato l'attività di controllo dei pesticidi sulle acque distribuite dagli acquedotti in Liguria, sempre ai sensi del D.Lgs.31/01. L'impegno ha portato un miglioramento delle caratteristiche prestazionali delle metodiche ed un ampliamento del profilo delle sostanze attive, che include gran parte delle sostanze commercializzate sul territorio ligure, in linea con l'attuazione del PAN (Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, D.Lgs. 150/12) ed in accordo con l'approccio adottato dalle Linee Guida dell'istituto Superiore di Sanità (Rapp. ISTISAN 14/21) secondo il modello dei Water Safety Plan.
A questo proposito l'Agenzia sta collaborando con i gestori, nell'ambito della redazione dei piani di sicurezza degli acquedotti, per la realizzazione di un sistema informativo che garantisca il corretto flusso di dati tra tutti i soggetti coinvolti nell'attività di controllo. Si ricorda infine che, ai sensi del D.Lgs. 28/16, nel 2020 Arpal ha avviato il monitoraggio delle sostanze radioattive sui campioni ASL di acque potabili, in base al programma della Regione Liguria che individua specifiche Zone di Fornitura (ZDF) delle reti acquedottistiche nelle nostre quattro province.
Acque di piscina
Si definisce piscina ”un complesso attrezzato per la balneazione che comporti la presenza di uno o più bacini artificiali utilizzati per attività ricreative, formative, sportive e terapeutiche esercitate nell’acqua contenuta nei bacini stessi"(Disciplina interregionale sulle piscine – Sviluppo Accordo Stato - Regioni PP.AA. del 16/01/2003).
L'analisi delle acque di piscina riveste particolare rilevanza per la protezione della salute.
A determinare una buona qualità delle acque di piscina concorrono vari fattori: qualità dell'acqua di alimentazione, efficienza degli impianti di filtrazione e disinfezione, affluenza dei bagnanti ed entità dei cicli di rinnovo dell'acqua. Il numero delle piscine esistenti sul nostro territorio regionale è notevole e spesso tali impianti necessitano di analisi ripetute. Molte informazioni devono derivare necessariamente dall'esame ispettivo e dalla conoscenza dell'impianto, altre dai risultati delle analisi dell'acqua. Soltanto da una valutazione globale possono venire ragionevolmente predisposti gli interventi necessari ad ovviare eventuali difetti o inconvenienti registrati.
Il controllo sulle acque di piscina ha carattere istituzionale e costituisce supporto alle Aziende Sanitarie Locali (ASL), così come definito a livello regionale dalla L.R. 20/06 (art.4 punto g: supporto per l'espletamento delle attività connesse alle funzioni di prevenzione collettiva proprie del Servizio Sanitario; art.7 Rapporti Arpal-ASL).
In Arpal, l'attività di controllo annuale è impostata sulla base delle richieste pervenute dalle strutture di Igiene Pubblica delle Aziende Sanitarie, operanti nelle diverse zone liguri.
I laboratori :
- svolgono attività di supporto tecnico ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, eseguendo accertamenti analitici chimici e microbiologici sui campioni di acqua di piscina, recapitati dal personale di vigilanza e ispezione delle ASL
- effettuano eventuali segnalazioni alle ASL in base all'esito delle indagini analitiche
Il controllo di tali acque viene svolto sulla base dell’ "Accordo tra Ministero della Salute, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio" del 16 gennaio 2003, recepito dalla Regione Liguria con DGR n.902 del 18/07/2014 (BURL n.33 del 13/08/2014).
Scarichi
La qualità delle acque, siano esse sotterranee o superficiali, interne o marine, dipende dagli impatti antropici, tra questi giocano un ruolo molto importante gli scarichi di acque reflue.
E' definito scarico "qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. Sono esclusi i rilasci di acque provenienti da dighe".
La restituzione all'ambiente delle acque reflue costituisce l'ultimo atto della gestione del ciclo dell'acqua: dalle caratteristiche qualitative e quantitative degli scarichi dipende la conservazione della qualità dell'acqua e quindi l'idoneità d'uso a cui è destinata.
In Liguria lo scarico delle acque reflue avviene principalmente nei corsi d'acqua superficiali e nelle acque marine costiere, gli scarichi su suolo sono presenti in piccola parte e soltanto nel caso di piccoli impianti a servizio di frazioni o singoli edifici.
Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati, gli Enti competenti al rilascio delle autorizzazioni sono la Provincia o il Comune in funzione del tipo e del recapito dello scarico (per approfondimenti vedi sezione Competenze). Le autorizzazioni definiscono i valori limite di emissione che devono essere rispettati e le eventuali prescrizioni da rispettare per la corretta gestione dello scarico.
La disciplina nazionale degli scarichi idrici è contenuta nel D.Lgs. 152/06, recante "Norme in materia ambientale", come risultante dalle numerose modifiche successive. Il D.Lgs. 152/06 affida alle Regioni il compito di regolamentare alcuni aspetti: la normativa in materia risulta così piuttosto articolata .
La distribuzione degli scarichi sul territorio ligure ricalca la distribuzione della popolazione e delle attività antropiche, tuttavia nelle zone maggiormente urbanizzate la presenza delle reti fognarie permette di veicolare i singoli scarichi ad impianti di depurazioni di grandi dimensioni per ottimizzare il trattamento dei reflui. La distribuzione della popolazione e delle attività nella nostra regione fa sì che vi sia un gran numero di piccoli impianti a servizio dei nuclei abitati dell'entroterra, mentre sulla fascia costiera sono presenti solo pochi impianti ma a servizio di grandi centri abitati, infatti su un totale di circa 1000 scarichi urbani solo 63 recapitano in mare, gli altri sono in corso d'acqua salvo pochi casi su suolo.
Gli impianti di depurazione presenti nella regione hanno dimensioni che possono variare notevolmente: considerando come unità di misura l'Abitante Equivalente (AE, parametro di equivalenza del carico inquinante prodotto per abitante) si va dai 10 ai 350.000 AE. Sebbene sotto il profilo numerico gli scarichi più numerosi siano quelli appartenenti a classi dimensionali di modesta potenzialità (inferiori a 2.000 AE), oltre il 60% dell'utenza è allacciata ad impianti di potenzialità superiore a 10.000 AE, percentuale che sale fino al 96% se si considerano gli AE relativi ai 64 agglomerati individuati ai sensi della Direttiva 91/271/CEE (dato relativo al 31/12/2007). Tutto ciò indica che la maggior parte dei reflui urbani sono convogliati in impianti di trattamento di grandi dimensioni, che dal punto di vista gestionale possono essere giudicati maggiormente efficaci in quanto il sistema di trattamento è in genere più avanzato, e quindi il carico inquinante degli scarichi viene maggiormente ridotto.
I reflui trattati dai depuratori costieri sono dispersi in mare aperto attraverso condotte in modo da favorire i naturali processi di autodepurazione e contribuire a garantire la qualità e la balneabilità delle acque litoranee della costa ligure. La lunghezza e la profondità minime delle condotte e i trattamenti appropriati sono stabiliti dalla normativa regionale (L.R. 43/95) e dal Piano di Tutela delle Acque, in funzione della potenzialità del depuratore; per avere un'idea di tali requisiti, nel caso dei grandi impianti il diffusore è posto a 3 km dalla linea di costa ed almeno a 30 metri di profondità.
Riguardo gli scarichi industriali in Liguria ne risultano circa 400 recapitanti in corsi d'acqua ed un centinaio in mare, oltre a questi un numero notevolmente più alto finisce nelle fognature comunali.
I valori di alcuni indicatori relativi agli scarichi possono essere reperiti sull'ultima versione della Relazione Stato Ambiente nella parte relativa agli scarichi.
Classificazione degli scarichi
Gli scarichi possono essere suddivisi in funzione della tipologia di acque reflue scaricate o del recapito, parametri in base ai quali sono definiti le tabelle di riferimento con i limiti di legge e la disciplina autorizzatoria.
Gli scarichi possono essere di:
-
acque reflue domestiche -"acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche"
-
acque reflue industriali -"qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diverse dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento"
-
acque reflue urbane - "acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali ovvero meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato"
-
acque reflue assimilate, come definite all'art. 101 comma 7 del D.Lgs. 152/2006 (vedi pag. 45) o aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e indicate dalla normativa regionale (L.R. 29/07 art.3 e allegato A).
Il D.Lgs. 152/2006 inoltre cita le acque di dilavamento per le quali non fornisce però alcuna definizione; la regolamentazione di tali acque è affidata alla Regione che in attuazione ha emanato il Regolamento Regionale n.4/09
I recapiti ammessi per gli scarichi sono:
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acque superficiali (corsi d'acqua, acque marino costiere e, nella nostra Regione solo in casi residuali, laghi)
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suolo e sottosuolo (solo nei limitati casi consentiti)
-
rete fognaria
L'attività di Arpal relativamente alla disciplina degli scarichi è prevista dagli articoli 4, 11 e 27 e dagli allegati A e B della L.R. 20/06. Arpal effettua l'attività di controllo sulla base di programmi annuali concordati con gli Enti competenti, rappresentati da Provincia e Comuni; su richiesta degli stessi Enti fornisce inoltre supporto tecnico per le attività istruttorie. Inoltre Arpal supporta la Regione nelle attività di pianificazione, di definizione del quadro normativo regionale e di applicazione della normativa tecnica. Per approfondimenti vedi sezione Attività istituzionali dell'Agenzia.
Controlli sugli scarichi
L'attività di controllo verte su due aspetti: la verifica della conformità autorizzativa degli impianti di depurazione e degli scarichi, ovvero l’accertamento che gli stessi siano in possesso dell’autorizzazione e che osservino le prescrizioni ivi contenute, e la verifica del rispetto dei limiti di emissione allo scarico, che si effettua tramite il campionamento e l’analisi dei reflui. I laboratori dell'Agenzia utilizzano i metodi analitici ufficiali indicati da ISPRA o metodi equivalenti: questo l'elenco dei metodi utilizzati.
Pareri, istruttorie tecniche ed accertamenti connessi al rilascio dell'autorizzazione, in particolare per il rilascio dell’autorizzazione degli scarichi industriali in ambiente e in fognatura (artt.19, 20 LR 18/99) e degli scarichi domestici in ambiente (art. 6 LR 18/99, su richiesta del Comune competente).
Le attività istruttorie si esplicano nella verifica tecnica che un dato impianto presenti tutti requisiti necessari per l’ottenimento dell’autorizzazione allo scarico.
- Attività urgenti in seguito a disservizi ed episodi di inquinamento anche causati da incidenti
- Indagini per conto della Magistratura e delle Forze di polizia (ad esempio: Carabinieri per la tutela dell'ambiente, Guardia di Finanza)
- Risposta, nei limiti delle possibilità operative e su richiesta dell’Ente competente, alle segnalazioni che giungono da Associazioni o singoli cittadini
L'Agenzia:
- supporta la Regione nella predisposizione di atti di indirizzo e linee guida in applicazione della normativa nazionale e regionale;
- partecipa o promuove la partecipazione a gruppi di lavoro nazionali ed internazionali
- definisce i criteri di validazione dei dati di analisi e misura, di elaborazione e di inserimento degli stessi nei sistemi informativi
- cura la validazione dei metodi ed esegue le analisi di laboratorio
- fornisce e valida dati
- cura la redazione della relazione stato dell’ambiente (in collaborazione con la Direzione Scientifica)
Tutte le strutture di Arpal, ognuna secondo le proprie competenze, partecipano all'elaborazione e alla stesura delle relazioni di sintesi per gli Enti esterni e le risposte alle richieste di dati che riguardino il territorio ligure.
Metodiche analitiche utilizzate
In accordo con le indicazioni di ISPRA rispetto ai metodi analitici da utilizzarsi per il controllo degli scarichi di acque reflue (Allegato G alla nota Ispraprot.18712 del 1/6/2011), Arpalha predispostol’elenco delle metodiche in uso presso il laboratorio multisito, in alcuni casi coincidenti con quelle indicate da Ispra, in altri valutate ad esse equivalenti. Tali metodi costituiscono quindi il riferimento per i controlli e gli autocontrolli.
In alternativa possono essere utilizzati anche altri metodi equivalenti, purché il titolare dello scarico ne dimostri l’equivalenza producendo la documentazione adeguata secondo le indicazioni di cui allanota ISPRA prot. 9611 del 28/2/2013.