scarichi
La qualità delle acque, siano esse sotterranee o superficiali, interne o marine, dipende dagli impatti antropici, tra questi giocano un ruolo molto importante gli scarichi di acque reflue.
E' definito scarico "qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. Sono esclusi i rilasci di acque provenienti da dighe".
La restituzione all'ambiente delle acque reflue costituisce l'ultimo atto della gestione del ciclo dell'acqua: dalle caratteristiche qualitative e quantitative degli scarichi dipende la conservazione della qualità dell'acqua e quindi l'idoneità d'uso a cui è destinata.
In Liguria lo scarico delle acque reflue avviene principalmente nei corsi d'acqua superficiali e nelle acque marine costiere, gli scarichi su suolo sono presenti in piccola parte e soltanto nel caso di piccoli impianti a servizio di frazioni o singoli edifici.
Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati, gli Enti competenti al rilascio delle autorizzazioni sono la Provincia o il Comune in funzione del tipo e del recapito dello scarico (per approfondimenti vedi sezione Competenze). Le autorizzazioni definiscono i valori limite di emissione che devono essere rispettati e le eventuali prescrizioni da rispettare per la corretta gestione dello scarico.
La disciplina nazionale degli scarichi idrici è contenuta nel D.Lgs. 152/06, recante "Norme in materia ambientale", come risultante dalle numerose modifiche successive. Il D.Lgs. 152/06 affida alle Regioni il compito di regolamentare alcuni aspetti: la normativa in materia risulta così piuttosto articolata (per approfondimenti vedi sezione Normativa).
La distribuzione degli scarichi sul territorio ligure ricalca la distribuzione della popolazione e delle attività antropiche, tuttavia nelle zone maggiormente urbanizzate la presenza delle reti fognarie permette di veicolare i singoli scarichi ad impianti di depurazioni di grandi dimensioni per ottimizzare il trattamento dei reflui. La distribuzione della popolazione e delle attività nella nostra regione fa sì che vi sia un gran numero di piccoli impianti a servizio dei nuclei abitati dell'entroterra, mentre sulla fascia costiera sono presenti solo pochi impianti ma a servizio di grandi centri abitati, infatti su un totale di circa 1000 scarichi urbani solo 63 recapitano in mare, gli altri sono in corso d'acqua salvo pochi casi su suolo.
Gli impianti di depurazione presenti nella regione hanno dimensioni che possono variare notevolmente: considerando come unità di misura l'Abitante Equivalente (AE, parametro di equivalenza del carico inquinante prodotto per abitante) si va dai 10 ai 350.000 AE. Sebbene sotto il profilo numerico gli scarichi più numerosi siano quelli appartenenti a classi dimensionali di modesta potenzialità (inferiori a 2.000 AE), oltre il 60% dell'utenza è allacciata ad impianti di potenzialità superiore a 10.000 AE, percentuale che sale fino al 96% se si considerano gli AE relativi ai 64 agglomerati individuati ai sensi della Direttiva 91/271/CEE (dato relativo al 31/12/2007). Tutto ciò indica che la maggior parte dei reflui urbani sono convogliati in impianti di trattamento di grandi dimensioni, che dal punto di vista gestionale possono essere giudicati maggiormente efficaci in quanto il sistema di trattamento è in genere più avanzato, e quindi il carico inquinante degli scarichi viene maggiormente ridotto.
I reflui trattati dai depuratori costieri sono dispersi in mare aperto attraverso condotte in modo da favorire i naturali processi di autodepurazione e contribuire a garantire la qualità e la balneabilità delle acque litoranee della costa ligure. La lunghezza e la profondità minime delle condotte e i trattamenti appropriati sono stabiliti dalla normativa regionale (L.R. 43/95) e dal Piano di Tutela delle Acque, in funzione della potenzialità del depuratore; per avere un'idea di tali requisiti, nel caso dei grandi impianti il diffusore è posto a 3 km dalla linea di costa ed almeno a 30 metri di profondità.
Riguardo gli scarichi industriali in Liguria ne risultano circa 400 recapitanti in corsi d'acqua ed un centinaio in mare, oltre a questi un numero notevolmente più alto finisce nelle fognature comunali.
I valori di alcuni indicatori relativi agli scarichi possono essere reperiti sull'ultima versione della Relazione Stato Ambiente nella parte relativa agli scarichi.
L'attività di Arpal relativamente alla disciplina degli scarichi è prevista dagli articoli 4, 11 e 27 e dagli allegati A e B della L.R. 20/06. Arpal effettua l'attività di controllo sulla base di programmi annuali concordati con gli Enti competenti, rappresentati da Provincia e Comuni; su richiesta degli stessi Enti fornisce inoltre supporto tecnico per le attività istruttorie. Inoltre Arpal supporta la Regione nelle attività di pianificazione, di definizione del quadro normativo regionale e di applicazione della normativa tecnica. Per approfondimenti vedi sezione Attività istituzionali dell'Agenzia.