5G
Il 5G (quinta generazione) è il più moderno standard di trasmissione per impianti di telefonia mobile: ottimizza le tecniche di comunicazione cellulare, basate su onde elettromagnetiche, particolari “mezzi di trasporto” dell’informazione che - per inciso - si attenuano con il quadrato della distanza rispetto all’antenna.
Il loro utilizzo in Italia è regolato dal Piano Nazionale delle frequenze: quello nuovo, approvato nel 2018, riduce la banda destinata alle trasmissioni televisive a favore dei nuovi sviluppi delle reti di comunicazione mobile (5G appunto)
Il 5G è basato su una modalità di accesso alla risorsa radio parzialmente diversa rispetto ai precedenti standard per telecomunicazione. Anziché generare un campo elettromagnetico continuo, le antenne 5G emettono segnali dinamici, cioè modellati in funzione della quantità e tipologia di utenti presenti in una determinata area.
Quando non serve, non emettono; quando serve poco, emettono poco, quando serve tanto, emettono tanto. Oggi invece le antenne emettono in maniera statica per garantire il servizio al bordo della cella telefonica.
Al 5G sono state assegnate tre bande di frequenze, alcune finora non utilizzate per la telefonia mobile. La più bassa è intorno ai 700 MHz, attualmente occupata dal segnale TV; poi un canale fra i 3600 - 3800 MHz, dello stesso ordine di grandezza delle frequenze utilizzate nel 4G; infine quello più elevato fra i 26500 – 27500 MHz, di seguito “banda 26 GHz” (1 GHz = 1000 MHz), che in Italia non è stato ancora usato e non verrà utilizzato prima di qualche anno.
Le onde elettromagnetiche della banda 26 GHz, impropriamente indicate come onde millimetriche (in realtà, con onde millimetriche di solito riguardano una porzione di spettro più alta, tra i 30 ed i 300 GHz), saranno utilizzate per mettere in comunicazione gli oggetti, non per le telefonate fra persone.
La normativa italiana per la diffusione del 5G prevede per i gestori degli obblighi di copertura territoriale piuttosto articolati, orientati al superamento del “digital divide”: permettere a tutte le località italiane di avere una buona ricezione.
Ad esempio, per la frequenza 700 MHz i gestori devono rendere la tecnologia utilizzabile per almeno l'80% della popolazione nazionale entro 3 anni dalla disponibilità delle frequenze (che avverrà entro luglio 2022); dovranno essere serviti tutti i comuni con più di 30.000 abitanti e tutti i capoluoghi di provincia. Entro il 2026-2027, i gestori dovranno garantire la copertura del 99,4% della popolazione nazionale, comprendendo in quest'ultimo numero almeno il 90% della popolazione dei 120 comuni che si trovano in "digital divide".
Per l'installazione degli impianti dovranno essere rispettate le normative in materia di edilizia, urbanistica e di protezione della popolazione dall'esposizione ai campi elettromagnetici, in Italia più stringenti di un ordine di grandezza rispetto al resto d’Europa.
Le attività di Arpal in tema di campi elettromagnetici non cambiano per il 5G: è sempre presente una fase di valutazione preventiva (un parere tecnico sul rispetto dei limiti, prima dell'istallazione dell'impianto o della realizzazione della sua modifica) e una successiva fase di controllo in condizioni di esercizio.
Secondo la normativa vigente, infatti, l'istallazione e la modifica di impianti di telecomunicazione (antenne di telefonia mobile, impianti radiotelevisivi, ecc.) è soggetta a un preciso iter autorizzativo da parte di Arpa e Comune competente. In particolare, deve essere sempre garantito il rispetto dei limiti e dei valori di riferimento del campo elettromagnetico definiti dalla normativa per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettromagnetici, che nel caso di luoghi con permanenza superiore alle 4 ore è di 6 volt/metro.
Infine, i gestori di telefonia sono tenuti a presentare - ai Comuni e alle Agenzie ambientali - piani annuali di localizzazione di nuovi impianti e di modifica di impianti esistenti entro il 30 novembre di ogni anno.
Per quanto riguarda le valutazioni teoriche di impatto elettromagnetico necessarie per esprimere pareri preventivi all’installazione dei nuovi impianti, il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA), attraverso un apposito gruppo di lavoro formato da tecnici esperti di ogni parte d’Italia, ha predisposto un documento di indirizzo basato sulla norma tecnica IEC TR 62669:2019 recepita a luglio del 2019 dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Arpal è già in grado di controllare le prime due bande elettromagnetiche utilizzate dal 5G (quella a 700 MHz e quella intorno ai 3.7GHz), mentre si sta attrezzando con la strumentazione necessaria per la banda 26 GHz (che comunque non sarà utilizzata ancora per qualche anno).