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Recuperata la boa ondametrica di Capo Mele

Martedì, 09 Dicembre 2025

Lo scorso sabato è stata recuperata la boa ondametrica di Capo Mele grazie alla collaborazione tra Arpal e la Capitaneria di Porto.

Le operazioni sono iniziate la mattina e hanno coinvolto le motovedette della Guardia Costiera di Loano e il 5° Nucleo Operatori Subacquei della Guardia Costiera di Genova. Il personale ha curato il disormeggio della boa principale, il traino a riva, l’alaggio e la successiva messa in mare della boa sostitutiva.

Unica nel suo genere nel Mar Ligure, la boa di Capo Mele è uno strumento fondamentale – ma delicato – per la misura diretta dei parametri utili alla navigazione, alla meteorologia, alla modellistica, agli studi climatologici e al monitoraggio dell’erosione costiera. In Italia le boe ondametriche sono solo 18: quella ligure e quella dell’Emilia-Romagna sono le uniche gestite a livello regionale.

Posizionata circa tre miglia al largo di Capo Mele, la boa rileva altezza e periodo dell’onda, direzione e intensità delle correnti fino a 80 metri di profondità, temperatura del mare e dell’aria, velocità e direzione del vento e umidità.

 “La boa è uno strumento oceanografico costruito in Norvegia – ha ricordato Francesca Giannoni, responsabile del Centro Meteo Arpal – e ogni intervento di riparazione deve avvenire presso la casa madre. Ringrazio la Capitaneria di Porto, fino all’Ammiraglio Ranieri, per il supporto che ci ha permesso di accelerare i tempi verso il ripristino delle misure”.

Per garantire continuità alle informazioni, Arpal utilizza strumenti alternativi quando possibile.

Nel progetto Seastemar è in corso una sperimentazione per tarare gli accelerometri – nati per la sismologia – così da misurare l’altezza d’onda.

Per la temperatura superficiale del mare, inoltre, vengono utilizzati i dati satellitari del Copernicus Marine Environment Monitoring Service (CMEMS): uno studio recente ha evidenziato una buona corrispondenza con le misure della boa.

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