Velelle e posidonia: indicatori di un mare sano

Le velelle tornano lungo la costa ligure
In questi giorni, lungo la costa ligure, sono stati registrati i primi avvistamenti di velelle al largo di Vesima e Arenzano. Sebbene non sorprendano, poiché tendono a comparire all’inizio della primavera, anche a inizio stagione il loro arrivo è un fenomeno ricorrente.
Cosa sono le velelle?
La Velella velella, comunemente nota come “barchetta di San Pietro”, è un idrozoo che forma colonie galleggianti ed è strettamente imparentata con le meduse. È caratterizzata da una “vela” chitinosa e un colore blu, che la protegge dai danni della luce ultravioletta. Nonostante le piccole dimensioni, le velelle possono aggregarsi in ampie chiazze bluastre che si estendono per chilometri sulla superficie del mare. Questi agglomerati, talvolta scambiati per macchie di petrolio, non sono dannosi per l'uomo, anche se possiedono cnidocisti, gli organi urticanti tipici delle meduse.
Lo spiaggiamento e le sue conseguenze
Il loro spiaggiamento a riva, che avviene generalmente dopo forti mareggiate, può causare odori sgradevoli a causa della decomposizione. Una volta spiaggiate, non avendo propulsione e restando alla deriva, le velelle muoiono nel giro di pochi minuti. Il loro aumento negli ultimi anni è legato alla diminuzione dei predatori naturali.
Il monitoraggio di Arpal
In Liguria, Arpal (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) monitora la presenza del macrozooplancton gelatinoso, tra cui le velelle, nell’ambito della Strategia Marina, una Direttiva Comunitaria che mira a proteggere l’ambiente marino dell’Unione Europea. I monitoraggi bimestrali vengono condotti lungo quattro transetti che si estendono da Vado Ligure a Punta Mesco, e i dati raccolti vengono trasmessi al Ministero dell'Ambiente.
Posidonia oceanica: una risorsa per le spiagge
Oltre alle velelle, un altro elemento che ritroviamo spesso sulle nostre spiagge è la Posidonia oceanica, una pianta marina che forma praterie sottomarine e svolge un ruolo ecologico essenziale. Queste praterie, presenti a diverse profondità lungo la costa ligure, inclusa l'area di Boccadasse-Nervi, sono cruciali per la protezione delle coste dall’erosione.
Le banquettes: protezione naturale per le coste
In tarda estate e inizio autunno, la Posidonia perde le foglie, che vengono trasportate dalle mareggiate fino alle spiagge, dove si accumulano formando le cosiddette "banquettes". Questi depositi naturali agiscono come barriera contro l’erosione, proteggendo le coste dai danni causati da venti e mareggiate.
Odori sgradevoli, ma segnale di un mare sano
La decomposizione degli accumuli di foglie di Posidonia e di altre biomasse vegetali marine può provocare odori sgradevoli, dovuti alla produzione di gas solforati da parte dei batteri che ne facilitano la mineralizzazione. Nonostante l'odore fastidioso, questi resti sono un segno di un ecosistema marino sano e attivo.
Buone pratiche per la gestione della Posidonia
ARPAL non ha competenza diretta nella gestione di queste biomasse spiaggiate, ma ha recentemente collaborato alla redazione delle Buone pratiche per la gestione ecosostenibile degli accumuli di Posidonia oceanica e altre biomasse vegetali marine spiaggiate, un documento pubblicato da SNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente) a ottobre 2023. Questo manuale fornisce indicazioni su come gestire questi accumuli in modo sostenibile, tutelando le specificità dei siti e promuovendo la protezione e la conservazione delle spiagge.
Un patrimonio naturale da preservare
Sia le velelle che la Posidonia oceanica rappresentano un patrimonio naturale fondamentale per l’ecosistema marino e meritano di essere preservate per il benessere del nostro mare e delle generazioni future.