Perturbazione 9-10 settembre: ecco cosa è successo
Le allerte meteo possono creare disagi, ma rappresentano il più efficace sistema nazionale di protezione civile realizzabile con gli strumenti scientifici disponibili.
Strumenti che, insieme all'esperienza e alla professionalità dei previsori meteo e idro, hanno permesso di inquadrare con sufficiente anticipo nei tempi e nello spazio un fenomeno molto intenso come quello di ieri, ma non ancora con il dettaglio che tutti vorremmo.
Fra questi strumenti, i modelli ad alta definizione con cui lavoriamo che - per oltre quattro corse consecutive - hanno indicato segnali molto preoccupanti, proprio sul centro della regione.
Sono modelli che riescono a dettagliare la previsione nel Nord ovest a 48 ore di distanza, che si aggiornano ogni 6 ore.
Si è verificato solo un quarto d'ora di pioggia molto intensa nel Tigullio, sufficiente a creare piccoli allagamenti. I forti temporali che si sono scaricati in mare, nel giro di pochi minuti, sarebbero potuti risalire verso terra: cosa si riesce a mettere in salvo "in tempo reale"?
L'unica soluzione per la Liguria è lavorare in anticipo. Nei tempi e nei modi previsti dalle procedure nazionali.
Fondamentale informarsi correttamente su quali siano i rischi del territorio dove si vive, sulle misure di autoprotezione, sull'evoluzione e sui tempi dei fenomeni; che in Liguria sono nell'ordine di poche decine di minuti.
È sempre possibile prendere appuntamento e venire a trovarci di persona per informarsi su come si arriva all'allerta.
Nelle immagini del modello Moloch - che si innesta sul Bolam - le uscite relative agli intervalli più delicati, quelli del tardo pomeriggio/sera: si riferiscono agli intervalli temporali dalle 17 alle 23 in quattro corse consecutive, inizializzate alle 8, 14, 20 di venerdì 8 e 2 di notte di sabato 9.
Tali modelli, consultabili direttamente dal sito di Arpal, prevedevano una convergenza significativa tra i venti di libeccio e scirocco che avrebbero convogliato e concentrato sul centro della regione le piogge.
La prevalenza del libeccio ha fatto si che la linea di sistemi convettivi formatasi sul golfo ligure (la cosiddetta squall line) abbia scaricato in mare e poi in Toscana il proprio quantitativo di pioggia, limitandosi a lambire la costa centro orientale della Liguria.
Lo scirocco sulle coste di Levante ha, invece, avuto due effetti: vista la poca intensità non è riuscito a convogliare il flusso sul genovesato; ma quel poco è, comunque, bastato per “proteggere” la costa ligure dal sistema che, infatti, ha interessato velocemente il Tigullio e che si è diretto quindi sulla Toscana, dove ha scaricato parte della potenza sulla zona di Livorno.