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Sismicità e monitoraggio delle acque sotterranee

Giovedì, 27 Ottobre 2022

Le recenti scosse di terremoto che hanno interessato, in particolare, la zona del genovese hanno riproposto, anche in Liguria, il tema delle azioni da intraprendere per provare a “intercettare” i segnali che possono far ipotizzare il verificarsi di episodi sismici. Già a cavallo tra l’800 e il ‘900 ci furono i primi, pioneristici studi per cercare di individuare elementi che potessero anticipare le scosse telluriche. Negli ultimi anni si sono sviluppate ricerche legate ai comportamenti delle falde acquifere: siamo ancora lontani da un qualche forma di predicibilità dei fenomeni ma intanto gli studi si vanno approfondendo.

Dal 2019 l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha siglato con SNPA, il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, di cui fa parte anche Arpal, una convenzione proprio per mettere a sistema le rispettive competenze, strumentazioni e professionalità. E’ nato, così, un gruppo di lavoro per il monitoraggio idrogeochimico legato alle possibili pericolosità geologiche, con l’adesione delle Agenzie di Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Calabria, Campania, Sardegna e Sicilia oltre a ISPRA.

Le “rotture” che avvengono nel sottosuolo producono, in corso di evento, tutta una serie di effetti influendo, ad esempio, in modo rilevante sui livelli dei pozzi e sulle portate delle sorgenti, sulla temperatura e altri parametri chimico-fisici delle acque FOTO ROJA SMALL sotterranee. Questi fenomeni, però, possono verificarsi anche prima, nelle fasi preliminari di deformazione della terra; ed è proprio questo l’aspetto che è al centro della convenzione SNPA-INGV che ora è in fase di rinnovo.

Il progetto, avviato 3 anni fa, prevede l’acquisizione da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dei dati di monitoraggio in continuo delle acque sotterranee. Arpal è stata tra le prime agenzie regionali a fornire il proprio contributo mettendo a disposizione i dati di alcune stazioni di monitoraggio collocate nelle zone della regione a maggior rischio sismico (l’entroterra imperiese e la zona di confine tra lo spezzino e la Toscana). Con la Liguria, per il momento, la rete vede a disposizione i dati anche dell’Emilia Romagna.

Questi strumenti, detti “sonde multiparametriche”, forniscono in teletrasmissione dati quali il livello delle acque, la temperatura, la conducibilità.

Ricordiamo che Arpal dispone di un’ottantina di punti di monitoraggio automatizzati delle acque sotterranee, che forniscono dati in continuo sui livelli d’acqua presenti, attraverso la rete SIASS. Una parte di questi punti fa parte anche della rete di qualità ambientale, composta da oltre 200 punti di monitoraggio, che consente di controllare, grazie anche ai rilievi effettuati periodicamente dagli operatori Arpal, la qualità delle acque.

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