Le specie aliene invasive (IAS)
Si definiscono specie aliene invasive (IAS - Invasive Alien Species) quelle specie, animali o vegetali, che si diffondono al di fuori dei loro areali d'origine a causa dell’azione (volontaria o accidentale) dall'uomo, riproducendosi e propagandosi nei nuovi ambienti in maniera invasiva. Negli ambienti naturali di introduzione, queste specie possono infatti incontrare condizioni ecologiche particolarmente favorevoli che, unitamente alla possibile mancanza di antagonisti, permettono di instaurare interazioni competitive e talvolta prendere il sopravvento su specie autoctone, specialmente se queste ultime si trovano già in cattivo stato di conservazione.
Per fortuna non tutte le specie esotiche che giungono in nuovi ambienti risultano invasive: si stima che solo l’1% delle specie introdotte lo possa diventare, tuttavia, la gravità delle conseguenze riferibili a questa percentuale fa sì che siano attualmente individuate come la seconda causa mondiale di perdita di biodiversità, dopo la frammentazione degli habitat.
L’avvento di IAS risulta particolarmente pericoloso in ambienti confinati o ristretti come le isole o le acque interne, dove spesso sono presenti endemismi che ne subiscono drammaticamente l’arrivo.
Questi “alieni” non rappresentano solo una seria minaccia per la biodiversità indigena, ma possono essere anche responsabili di danni alla salute umana, all’agricoltura ed anche agli edifici ed alle infrastrutture.
Il problema delle IAS è quindi di portata mondiale e spetta ai singoli Stati vigilare ed agire per non subirne gli effetti. L’Unione Europea, a tal proposito, ha emanato appositamente il Regolamento UE n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, successivamente recepito dall’Italia con d.lgs. 15 dicembre 2017 n. 230.
Il Regolamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2015 e prevede su scala comunitaria una serie di restrizioni, obblighi e divieti volti a proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dagli impatti causati dalle specie esotiche invasive, con particolare riferimento a quelle inserite nell’elenco di specie denominate “di rilevanza unionale”.
A valle di questi passaggi legislativi, è fondamentale anche il supporto dell’intera società per una gestione realmente efficace del problema. Questo fenomeno è infatti strettamente connesso alle attività antropiche, ed è quindi essenziale promuovere comportamenti più responsabili da parte di tutti i settori della società, al fine di prevenire l’introduzione di nuove specie e frenare la diffusione di quelle già presenti. Diverse indagini a livello europeo hanno evidenziato la scarsa conoscenza della problematica da parte dell’opinione pubblica, che rappresenta un significativo ostacolo all’adozione di comportamenti responsabili.
Il singolo cittadino può contribuire in molti modi, in primo luogo, attraverso l’adozione di comportamenti responsabili: evitare di comprare specie esotiche invasive come animali da compagnia e, soprattutto, di liberarle nell’ambiente; prestare attenzione a quali piante si scelgono per abbellire il proprio giardino per evitare che possano diffondersi nell’ambiente circostante; segnalare tempestivamente nuove aree di presenza delle specie di rilevanza unionale. In questo modo, i cittadini possono fornire un contributo concreto aiutando la Pubblica Amministrazione a rimuovere, ove possibile, le specie più dannose e contribuendo al recupero degli ambienti naturali.
Cosa fa Arpal
Arpal, in collaborazione con ISPRA, ARPA Toscana e ARPA Sicilia, ha partecipato tra il 2007 ed il 2009 alla prima “Indagine conoscitiva sulle iniziative finalizzate alla prevenzione, monitoraggio e mitigazione degli impatti delle specie aliene invasive in Italia”.
Nel tempo, la diffusione delle IAS, anche a causa dell’intensificarsi vertiginoso degli scambi commerciali internazionali, ha assunto un carattere di vera e propria emergenza. Arpal, in questo contesto, ha proseguito il proprio impegno nello studio e nel contrasto alla diffusione delle specie esotiche invasive, anche attraverso la partecipazione a progetti europei dedicati a questa tematica, quali i progetti ALIEM ed ALIEM’ APOSTROPHE, entrambi finanziati nell’ambito del Programma Interreg Marittimo 2014 – 2020.
Il progetto ALIEM
Nell’ambito del progetto ALIEM, Arpal ha organizzato una rete di sorveglianza costituita da soggetti che, a valle di uno specifico corso di formazione teorico-pratico, sono in grado di riconoscere e segnalare le principali IAS diffuse sul territorio regionale. Contestualmente ha creato, all’interno dell’Osservatorio Ligure della Biodiversità (Li.Bi.Oss.), un database cartografico che l’Agenzia gestisce per conto di Regione Liguria, con una sezione appositamente dedicata alle specie aliene consultabile liberamente dai cittadini.
Il progetto ALIEM' APOSTROPHE
Tra le attività svolte nell’ambito del progetto ALIEM’ APOSTROPHE, Arpal ha collaborato con il France's National Research Institute for Agriculture, Food and Environment (INRAE) con un’attività sperimentale ad ampia scala per il rilevamento precoce di coleotteri xilofagi alieni che sfruttano le porte di entrata rappresentate dai porti. A tal fine sono state installate quattro trappole a feromoni nelle aree circostanti il Porto di Genova, due presso la sede Arpal -vista la sua posizione “strategica” adiacente alle aree portuali- e due presso il Circolo Ricreativo Belvedere di Sampierdarena, a Genova.
Il sistema di cattura, che utilizza una combinazione tra cromia e sostanze volatili attrattive (feromoni), è ottimizzato per i gruppi target del progetto. Le trappole vengono controllate ogni tre settimane e il monitoraggio si svolge da fine aprile a metà ottobre.
In ambito marino, Arpal si occupa del monitoraggio della presenza in mare di specie aliene all’interno delle attività di monitoraggio previste dalla Direttiva Europea Strategia Marina, con particolare attenzione alle acque portuali.
Tutti i dati validati confluiscono all'interno dell'Osservatorio Ligure della Biodiversità.

Alcune piante e animali ormai familiari provengono da paesi lontani… tu, sapresti riconoscerle? Le specie aliene non sono state invitate, ma spesso importate e, anche grazie ai cambiamenti climatici, adesso contaminano la nostra biodiversità. A volte è un bene (come per pomodori, patate, mais) altre invece creano problemi, perché minacciano le specie indigene.
Arpal partecipa al Festival della Scienza 2021 anche con una mostra al Palazzo del Principe, legata al laboratorio, dal titolo “Gli alieni sono fra noi”, allestito dall’Ufficio Biodiversità e che ha lo scopo di aiutare i giovani partecipanti a scoprire queste presenze sempre più invadenti, e dannose, per il nostro ecosistema.
La mostra racconta, attraverso diversi pannelli illustrativi e modi di dire comuni, cosa sono le specie aliene (sia animali che vegatali), da dove arrivano e come sono giunte fino a noi; importante è anche l’analisi degli impatti che hanno sul nostro sistema ambientale e sulla vita di tutti i giorni, testimoniato dalle immagini che mostrano i dannosi effetti visibili anche semplicemente osservando il panorama che ci circonda. I pannelli della mostra sono legati ad un progetto, Aliem, che ha visto Arpal come protagonista e che si è posto come obiettivo il monitoraggio del territorio e la creazione di una rete di sorveglianza, realizzata insieme alle regioni limitrofe per la prevenzione e la gestione integrata dei rischi derivanti dalla diffusione delle specie aliene invasive.E poi c’è l’aspetto del gioco: nello splendido giardino del Palazzo del Principe, infatti, gli animatori del Festival della Scienza supportano i ragazzi che, attraverso degli indovinelli in rima, devono individuare le specie aliene “nascoste” nell’area. Apposite schede descrivono, poi, la specie aliena e i suoi impatti sull’ecosistema.
Ricordiamo che Arpal è presente al Festival della Scienza anche con un altro spazio, “Chi vuol esser marinaio?”, curato insieme a Fondazione Cima, e che è legato al mare, alla sua tutela e ai rischi della navigazione connessi alla condizioni meteomarine.

progetti in corso:
Biodiv' ALP - Gebiodiv: dal 26/09/2019 al 25/09/2022
Biodiv'ALP - Biodiv'Connect: dal 26/09/2019 al 25/09/2022
Biodiv' ALP - Cobiodiv: dal 15/01/2019 al 14/01/2022
Biodiv' ALP - Gebiodiv
Programma comunitario di riferimento: Interreg V-A Francia-Italia (ALCOTRA) 2014-2020
Titolo del progetto: GEBIODIV - Gestire gli ambiti di biodiversità armonizzando i metodi di gestione degli spazi protetti alpini
Durata del progetto: 26/09/2019 - 25/09/2022
Importo complessivo del finanziamento: Arpal partecipa al progetto come partner con un budget di 118.150 €, di cui 30.000 sono destinati al DISTAV dell’Università di Genova, che è Soggetto Attuatore di Arpal.
Partners: Regione Piemonte (capofila), Région Sud Provence-Alpes Côte d’AzurRegione, Région Auvergne - Rhône-Alpes, Regione Liguria, Agence régionale pour l’environnement – Agence régionale pour la Biodiversité de la Région Provence-Alpes-Côte d’Azur, Asters-CEN74, Parc National des Ecrins, Parco Nazionale Gran Paradiso.
Obiettivi e breve descrizione del progetto:
Il progetto semplice "GEBIODIV" mira a favorire il mantenimento delle aree importanti per la biodiversità, individuando le migliori modalità gestionali degli spazi protetti alpini in un contesto transfrontaliero.
Il raggiungimento dell'obiettivo principale si articola nei seguenti obiettivi specifici:
- Individuazione dei principali fattori antropici di degrado ed elaborazione di metodologie comuni per la gestione degli stessi.
- Realizzazione di azioni di gestione e riqualificazione di habitat e specie degradate, per rinforzare la resilienza transalpina in rapporto ai cambiamenti globali.
- Sperimentazione delle reti di osservatori per comprendere in maniera trasversale i cambiamenti ambientali e socio economici.
GEBIODIV si inserisce nel piano integrato tematico (PITEM) del programma Alcotra, in materia di biodiversità, denominato BIODIVALP, il quale si compone di 5 sotto progetti. GEBIODIV rappresenta il terzo sotto progetto di Biodivalp (PS 3) esi sviluppa nelle seguenti azioni principali:
- Approfondimenti specifici per indagare gli effetti sulla biodiversità di determinati fattori di pressione: pastoralismo, specie invasive, turismo, infrastrutture. Saranno realizzati documenti di sintesi con l’inventario dei principali fattori di degrado della biodiversità a livello transfrontaliero (tipologie di fattori di degrado e habitat e specie interessati dagli stessi) e le diverse metodologie di gestione applicate nei territori transfrontalieri. Saranno altresì prodotte cartografie tematiche finalizzate all’individuazione delle priorità d’intervento nei siti da riqualificare.
- Implementazione delle reti di osservatori esistenti per comprendere in maniera trasversale i cambiamenti ambientali e l’evoluzione delle dinamiche di tipo socio-economico. Le metodologie di riferimento iniziali saranno quelle sperimentate sul versante francese (ORCHAMP, ALPAGES SENTINELLES, LACS SENTINELLES). Sul versante italiano non esiste una rete di osservatori strutturata ma saranno valorizzate le singole esperienze maturate da alcune aree protette nell’ambito di singoli progetti europei e sarà attivata in via sperimentale una prima rete di osservatori transfrontalieri.
- Sperimentazione di azioni di recupero e riqualificazione di habitat degradati, che si svilupperanno su due fronti
- Approfondimento metodologico e condivisione dei protocolli sull’uso di sementi locali per operazioni di rivegetazione di aree di prateria, pascoli o anche habitat umidi, rari e/o di alta quota.
- Realizzazione di interventi concreti per il recupero delle aree degradate.
Cosa fa Arpal
ARPAL sarà il partner pilota dell’azione 3.2, che prevede un focus sulla lotta alle specie aliene, dedicato in particolar modo all’individuazione delle linee guida per l’attuazione del Reg. 1143/2014 e, per la parte italiana, del DPR 230/2017. Queste azioni si collegano a quanto realizzato con il progetto ALIEM, a cui ARPAL partecipa come partner e la cui conclusione è prevista a febbraio 2020, ma anche a diverse altre attività portate avanti dall’Agenzia in materia di IAS (Invasive Alien Species). Avvalendosi della collaborazione del Soggetto attuatore (UniGE), ARPAL sarà altresì impegnata nell’individuazione delle aree maggiormente degradate/vulnerabili delle ZSC alpine e del Fiume Roja, e nella definizione delle priorità d’azione per interventi di riqualificazione. Infine, ARPAL parteciperà allo scambio di esperienze ed all’individuazione di uno/due siti da inserire nella rete di osservatori transfrontalieri, in cui avviare un monitoraggio dei dati naturalistici su specie e habitat, che andranno ad implementare l’Osservatorio della Biodiversità Ligure - LiBiOss.
Con riferimento alla realizzaizone degli interventi di riqualificazione veri e propri, ARPAL opererà in totale sinergia con tutto il paternariato ligure, esercitando, in collaborazione con UniGE, un ruolo di supervisione e coordinamento sugli interventi realizzati da Regione Liguria e dai suoi soggetti attuatori (Prov. di Imperia e Parco delle Alpi Liguri), per il recupero di aree prative sommitali nella ZSC Monte Bignone e nelle ZSC gestite dal PNR-AL, nonché per la sistemazione di uno stabulatore preesistente in prov di Savona (Bormida), allo scopo di renderlo idoneo alla ricezione e detenzione delle specie aliene invasive IAS (principalmente fauna minore e ittiofauna), nonché all’accrescimento di specie autoctone per il risanamento ambientale e il ripristino di habitat natura 2000.
Sito del progetto COBIODIV:
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Biodiv'ALP - Biodiv'Connect
Programma comunitario di riferimento: Interreg V-A Francia-Italia (ALCOTRA) 2014-2020
Titolo del progetto: BIODIV’CONNECT - Proteggere le specie e gli ecosistemi attraverso delle connetività ecologiche transalpine dinamiche e innovative
Durata del progetto: 26/09/2019 - 25/09/2022
Importo complessivo del finanziamento: Arpal partecipa al progetto come partner con un budget di 90.400,00 €.
Partners:Région Auvergne - Rhône-Alpes (capofila), Regione Piemonte, Région Sud Provence-Alpes Côte d’Azur, Regione Liguria, Regione Autonoma Valle d'Aosta, Agence régionale pour l’environnement – Agence régionale pour la Biodiversité de la Région Provence-Alpes-Côte d’Azur, Asters-CEN74, Parc National des Ecrins, Parco Nazionale Gran Paradiso.
Obiettivi e breve descrizione del progetto:
Obiettivo del progetto è rafforzare e ripristinare le reti ecologiche sul territorio transfrontaliero ALCOTRA, allo scopo di definire un quadro di riferimento ad una scala biogeografica rilevante per interventi di partenariato finalizzati alla tutela ed alla valorizzazione della biodiversità e degli ecosistemi.
Nello specifico sono previste le seguenti azioni:
- Definizione dello stato dell'arte delle connettività ecologiche e delle modalità di integrazione delle stesse nelle politiche pubbliche e negli strumenti di pianificazione nell'area ALCOTRA.
- Sperimentazione di azioni pilota sul territorio transfrontaliero, volte a rafforzare la resilienza transalpina, attraverso uno scambio di metodologie e la condivisione di buone pratiche.
- Costruzione di una strategia transfrontaliera per la conservazione ed il ripristino delle connettività ecologiche a lungo termine, sul territorio ALCOTRA.
BIODIV’CONNECT si inserisce nel piano integrato tematico (PITEM) del programma Alcotra, in materia di biodiversità, denominato BIODIVALP, il quale si compone di 5 sotto progetti.
Il progetto semplice BIODIV’CONNECT, che rappresenta il quarto sotto progetto di Biodivalp (PS 4),si sviluppa su due fronti:
- Capitalizzazione e messa a sistema delle conoscenze e delle esperienze relative alle connettività ecologiche nell'area transfrontaliera ALCOTRA, attraverso l’organizzazione di momenti di condivisione e scambio di esperienze, che portino alla definizione dello stato dell'arte. Sono previsti workshop specialistici e momenti di confronto sul territorio, finalizzati a condividere buone pratiche e metodologie operative, con il coinvolgimento di esperti del settore, nell'ottica di arrivare ad elaborare una strategia comune alla scala delle Alpi occidentali al fine di preservare le connettività ecologiche nel territorio transfrontaliero.
- Miglioramento della conoscenza della connettività ecologica, in relazione alle questioni chiave dell'area ALCOTRA, attraverso la realizzazione di azioni pilota sul territorio italiano e francese che permettano di conservare e ripristinare le reti ecologiche. Quest’attività si realizzerà attraverso una mappatura delle connettività di interesse strategico ed una convalida delle funzionalità esistenti, mettendo in evidenza le problematiche emerse nei vari settori d’indagine (urbanizzazione, “trame noire”, aree sopra gli 800 m di altitudine). Verrà testata la duplicabilità di alcuni metodi di identificazione delle connettività ecologiche, con possibilità di estenderli ad altre Regioni. Verrà altresì testata la duplicabilità dei metodi di validazione delle funzionalità dei corridoi ecologici, attraverso l'ausilio di tecniche quali fototrappole, bioacustica, ecc. Il cuore del progetto sarà costituito dalla realizzazione di cantieri e progetti pilota per ripristinare le continuità ecologiche individuate come quelle di maggiore interesse a livello transfrontaliero.
Cosa fa Arpal
Arpal effettuerà attività di monitoraggio, attraverso il conferimento di incarichi esterni a esperti naturalisti, e coordinerà tecnicamente le attività sia di test dei corridoi ecologici sia di realizzazione degli interventi di ripristino nelle aree d’interesse individuate. Gli interventi saranno realizzati principalmente dai soggetti attuatori di Regione Liguria (Parco Alpi Liguri e Provincia di Imperia) e le aree d’intervento saranno scelte tra le seguenti: zone aperte sommitali comprese tra le ZSC “Monte Abellio” e “Monte Grammondo-Torrente Bevera”; ZSC "Monte Galero"; fiume Roja e foce del Nervia; valle del torrente Tanarello.
Sito del progetto COBIODIV:
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Biodiv' ALP - Cobiodiv
Programma comunitario di riferimento: Interreg V-A Francia-Italia (ALCOTRA) 2014-2020
Titolo del progetto: COBIODIV - Comprendere la biodiversità e gli ecosistemi per proteggerli meglio insieme
Durata del progetto: 15/01/2019 al 14/01/2022
Importo complessivo del finanziamento: Arpal partecipa al progetto come partner con un budget di 264.657,70 €, di cui 93.450,00 sono destinati al DISTAV dell’Università di Genova, che è Soggetto Attuatore di Arpal.
Partners: Région Sud Provence-Alpes Côte d’Azur (capofila), Regione Piemonte, Région Auvergne - Rhône-Alpes, Regione Liguria, Regione Autonoma Valle d'Aosta, Agence régionale pour l’environnement – Agence régionale pour la Biodiversité de la Région Provence-Alpes-Côte d’Azur, Asters-CEN74, Parc National des Ecrins, Parco Nazionale Gran Paradiso.
Obiettivi e breve descrizione del progetto:
Obiettivo prioritario del progetto è quello di aumentare la conoscenza sullo stato della biodiversità e degli ecosistemi nel territorio transfrontaliero ALCOTRA, migliorando anche l'organizzazione e la diffusione delle informazioni attraverso l'implementazione dell'interoperabilità delle banche dati.
COBIODIV si inserisce nel piano integrato tematico (PITEM) del programma Alcotra, in materia di biodiversità, denominato BIODIVALP, il quale si compone di 5 sotto progetti.
Il progetto semplice COBIODIV, che rappresenta il secondo sotto progetto di Biodivalp (PS 2), si sviluppa su 3 principali azioni:
1. implementazione della conoscenza relativa a habitat e specie floro-faunistiche nel territorio ligure ricompreso nell’area PITEM (Provincia di Imperia), con particolare riferimento ai siti Natura 2000 ed alle aree di connessione ecologica. Tali attività prevedono la capitalizzazione delle esperienze e dei prodotti realizzati nel corso di precedenti progetti comunitari (es. piattaforma transfrontaliera BIODIVAM) e si esplicheranno attraverso lo scambio e la condivisione su metodi di inventario di specie ed habitat che saranno realizzati anche sul campo, in determinate aree campione, ed attraverso la realizzazione di specifici eventi (seminari e incontri tecnici) destinati allo scambio della conoscenza relativamente alla conservazione dei taxa considerati in Francia e in Italia.
2. studio di protocolli comuni di monitoraggio delle zone transfrontaliere, con particolare riferimento ad alcune specie e habitat di interesse patrimoniale e sperimentazione di nuovi metodi per specie target di progetto. Per quanto riguarda l’ambito Italiano, il progetto risulta funzionale alla condivisione e all’ottimizzazione dei protocolli di monitoraggio ISPRA per le specie e gli habitat Natura 2000, al fine dell’applicazione delle stesse metodologie condivise su alcune aree afferenti alla Rete Natura 2000.
3. ricognizione e studio della struttura delle banche dati dei partner del progetto, al fine di definire una strategia per svilupparne l’interoperabilità, nell’ottica della valorizzaizone dei territori ALCOTRA. In particolare, saranno confrontate potenzialità e limiti dei sistemi attualmente operativi nell’area di competenza del PITEM al fine di proporre possibili implementazioni e sviluppare nuove funzionalità. Sarà inoltre elaborato un atlante digitale della biodiversità transalpina, basato su un elenco di specie di flora e fauna particolarmente rappresentativo dei territori interessati.
Cosa fa Arpal
ARPAL attiverà consulenze e collaborazioni, in sinergia con il suo soggetto attuatore, Università di Genova, per l’effetuazione di monitoraggi su specie e habitat tutelati nell’ambito della Rete Natura 2000. Verrà aggiornato ed integrato l’Osservatorio della Biodiversità Ligure – Li.Bi.Oss., di cui ARPAL è gestore, attraverso la revisione della check list ligure di flora e fauna, l’aggiornamento delle specie endemiche e degli elenchi delle specie alienee ed aliene invasive, l’implementazione del DB delle zone umide integrato in LiBiOss, la realizzazione di una App dedicata, per la consultazione dell’Osservatorio da smartphone e l’invio di segnalazioni naturalistiche attraverso il telefono cellulare, con rilevamento automatico delle coordinate GPS. Inoltre, verranno effettuate attività di confronto a livello scientifico con i partner nazionali ed internazionali, riguardanti in particolare l’applicazione di protocolli di monitoraggio su determinati habitat e specie di elevato interesse conservazionistico, oltre all’individuazione di criteri omogenei per la definizione delle liste rosse di flora a livello nazionale.
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La biodiversità è l’insieme di tutte le forme di vita, esistenti e passate, e può essere diversità genetica, che dà origine alle differenze tra i singoli individui di una stessa specie; diversità di specie (attualmente se ne conoscono circa 1,7 milioni, ma molti scienziati ritengono ampiamente sottostimata la realtà); diversità eco sistemica, cioè diversità di ambienti, intesi come l’insieme delle componenti viventi e non viventi che li popolano, degli scambi di materia ed energia tra questi elementi e delle influenze con gli ambiti circostanti.
Fra i tre livelli si verificano le più svariate interazioni che contribuiscono a far crescere e variare la biodiversità stessa.
Dal supporto alla Rete Natura 2000 del 2002all’inserimento nelle attività istituzionali di Arpal con la legge regionale 20/2006, la crescita della biodiversità in Agenzia è stata rapida.
Un notevole contributo sul tema è arrivato dai progetti europei che negli ultimi anni Arpal ha portato avanti come capofila o partner.
In particolare, grazie all’Osservatorio di Corem, è stata creata l’interfaccia che ha uniformato e integrato le banche dati naturalistiche di Liguria, Toscana e Sardegna. Di fatto, è stato reso fruibile a chiunque abbia un accesso internet il database della biodiversità: basta collegarsi all’indirizzo http://corem.arpal.gov.it per avere il dettaglio di specie e habitat presenti sul territorio ligure, toscano e sardo. Un esempio di armonizzazione di banche dati unico nel suo genere, che potrebbe essere prossimamente ampliato e adottato a livello nazionale.
Nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse e della valorizzazione dei risultati ottenuti, lo stesso applicativo informatico è stato reso disponibile per Biodivam, un progetto Alcotra dedicato al reperimento delle informazioni di carattere floristico in Italia e Francia (per la Liguria in particolare nel territorio di Savona e Imperia). In questo caso, collegandosi a http://biodivam.arpal.gov.it , sarà possibile visualizzare i diversi riscontri ottenuti durante le ricerche sul campo.
Regione Liguria,Arpal e il Sistema Regionale dei Parchi hanno organizzato Biodiversità ricchezza di Liguria
Un momento di confronto tra gli operatori del monitoraggio e della gestione della rete natura 2000, i decisori e i realizzatori di piani, gli operatori economici, i comunicatori e gli operatori dell’educazione ambientale.
Evento finale del progetto strategico transfrontaliero Corem
27 marzo
Villa Bombrini
Via Ludovico Antonio Muratori, 5
Genova
L’evento prevede alcuni momenti distinti:
- presentazione e discussione sui risultati del progetto
- punti di approfondimento sulle esperienze qualificate delle diverse tematiche
9.00 - Registrazione dei partecipanti
Caffè di benvenuto
9.15 - Saluti e introduzione - Renata Briano, Assessore all’Ambiente Regione Liguria
Apertura dei lavori - Roberto Giovanetti, Direttore generale ARPAL
Sessione plenaria
- La strategia regionale per la biodiversità
Modera: Rossella D’Acqui, Direttore Scientifico ARPAL
9.30 - La Strategia nazionale per la biodiversità e il ruolo dell’Osservatorio Nazionale - Claudio Piccini, ISPRA
9.50 - La gestione Rete Natura 2000 in Liguria Paola Carnevale, Regione Liguria
10.10 - L'osservatorio della biodiversità - parte 1 parte 2 – Valter Raineri, ARPAL – Anna Tedesco, ARPAL
10.30 - MArine Coastal Information SysTEm: un sistema gestionale a supporto di Parchi Marini Sara Venturini, AMP Portofino - Sara Costa, Università di Genova
10.50 - Monitoraggi di emergenze Natura 2000 - parte 1 parte 2 – Antonio Federici, Parco Antola – Antonio Aluigi Parco del Beigua
11.10 - Il ripristino di aree fragili - parte 1 parte 2 – Paolo Genta, Provincia di Savona - Caterina Ferravante, Parco di Montemarcello-Magra
- La valorizzazione della biodiversità
Modera: Daniela Minetti, responsabile comunicazione ARPAL
11.30 - Opportunità dall’Europa per l’economia locale – Laura Muraglia, Regione Liguria
11.45 - I valori ecosistemici e l’esperienza ligure – Barbara Cavalletti, Università di Genova
12.00 - Smart park: comunicazione innovativa per i parchi – Alberto Girani, Parco di Portofino
12.15 – Il PianoEcoturistico Maritime – Vittorio Alessandro, Parco delle Cinque Terre
12.30 - L'ecoturismo nella programmazione turistica regionale – Michele Pagani, Regione Liguria
12.45 - Il gusto della Biodiversità – Paolo Cresta, Parco dell’Aveto
13.00 - Buffet
Discussione aperta con esperti e pubblico
- Sessione A - Lo stato di conservazione della biodiversità e la gestione del territorio in Liguria
Rapporteur: Luca Russo, Primo Canale
Modera: Gaetano Schena, Regione Liguria
Partecipano: ISPRA, ARPAL, Regione Liguria, Università, Enti gestori, Enti parco, Organi di vigilanza, professionisti, partner progetto Corem.
- Sessione B - Comunicazione, governance, valori ecosistemici per l’economia dell’entroterra
Rapporteur: Federico Casabella, Il Giornale ed. Genova
Modera: Maurizio Burlando, Parco del Beigua
Partecipano: Regione Liguria, ARPAL, Crea, Cea, Parchi, Università, Operatori economici, Turismo, Produttori, Giornalisti
16.30 - Vision e Conclusioni
Rapporto sessione A: Luca Russo
Rapporto sessione B: Federico Casabella
17.00 – Conclusioni
Renata Briano, Assessore all’Ambiente Regione Liguria

Abbondanza di polline di frassino in Liguria
Le analisi del laboratorio Arpal sui pollini nella settimana dal 14 al 19 aprile 2025 hanno ...

Balneazione 2025: al via i controlli sulla qualità delle acque in Liguria
È partita la nuova stagione dei controlli sulle acque di balneazione in Liguria. Nonostante ...
Meteo
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